Scrive Celia, femmina, anni 30, mano destra
Invece di un’amichevole pacchetta e della frase “andrà tutto bene, vedrai”, preferisco suggerire una puntatina in Chiesa, per ringraziare Lassù, per le belle doti che sono state date a questa trentenne:
- correttezza e rispetto per la vita in generale e per il prossimo, in particolare. Da non confondersi con la “bontà di base” che è la tendenza a voler bene indiscriminatamente. Il rispetto e la correttezza vengono dalla disponibilità, ma vengono incentivati dal ragionamento e dal rispecchiamento con gli altri esseri viventi;
- amore per la tradizione e per le ricorrenze, soprattutto di tipo affettivo;
- coscienza scrupolosa;
- chiarezza nel progettare le proprie azioni e reazioni;
- rifiuto per ciò che è oscuro, torbido, confuso, non lineare, non pulito, materialmente e moralmente;
- correttezza;
- oscillazione tra focosità e timore di offendere, con la stessa, l’interlocutore. Questa pur bella caratteristica può portare a somatizzazione sul sistema cardiovascolare e su quello digestivo: il reprimere per gentilezza la propria naturale propensione alla reazione iperemotiva può essere causa di disagio anche forte. Una dote che diventa un problema;
- capacità di comprendere raffinatezza, bellezza ed estetica classica;
- tendenza a non mentire, se è possibile. Quando la situazione richiede éscamotages, allora questa personalità preferisce glissare, non dire.
Una personalità che unisce correttezza e disponibilità: ma abbastanza anomala, in questo mondi di squali assatanati.
Potrei consigliare una serie di colloqui, per diventare un po’ più egoista; un po’ meno gentile; un po’ più indifferente alle punte altrui.
Ma, dopo tanti anni di esperienza, so che, alla lunga (e pur con momenti di sconforto, inevitabili) sono queste le persone vincenti.