Brescia – In un’epoca in cui il senso del lavoro cambia radicalmente, non è più sufficiente parlare di occupazione, produttività o reddito. Negli ultimi anni, il lavoro ha smesso di essere solo una prestazione per diventare sempre di più uno spazio di autorealizzazione, di riconoscimento e di senso. In un contesto segnato da nuove fragilità, precarietà e povertà lavorativa, anche le organizzazioni sono chiamate a ripensare radicalmente il proprio modo di intendere l’occupazione, specie nei confronti delle persone più vulnerabili.
Rete CAUTO, rete di cooperative sociali attiva da trent’anni a Brescia, lavora quotidianamente in questa direzione: creare percorsi concreti di inclusione lavorativa, che siano sostenibili nel tempo, capaci di attivare cambiamento reale nelle persone e generare valore per l’impresa e per l’intera comunità. Questo è il cuore della quarta tappa della narrazione delle strategie di employer branding promosse nel 2025 dalla rete: raccontare come si costruisce un contesto lavorativo che sa includere, attraverso un modello originale fondato su responsabilità condivisa, cura e competenza.
In Rete CAUTO l’inclusione lavorativa non è lasciata al caso. È il risultato di un modello strutturato, che collega in modo armonico esigenze spesso molto diverse: quelle della persona in condizione di fragilità, che cerca riconoscimento, autonomia, riscatto; quelle dell’organizzazione, che deve garantire sostenibilità e qualità del lavoro; quelle del territorio, che chiede risposte concrete alle proprie emergenze sociali.
Per questo, ogni inserimento è pensato come un percorso personalizzato, che intreccia cura e professionalità, accompagnamento educativo e obiettivi chiari e raggiungibili. Non è solo un impiego, ma un’occasione reale di cambiamento della propria condizione in termini di competenze e di senso per la propria esistenza.
Nel solo 2024, sono state oltre 180 le persone che hanno bussato alle porte di Rete CAUTO mandando il proprio CV o su segnalazione dei servizi di cura che li avevano in carico. Circa 40 persone sono state assunte e sono stati progettati per loro percorsi ad hoc con obiettivi chiari e raggiungibili.
A sostenere questi passaggi c’è un’équipe educativa interna affiancata da un’intera organizzazione che si forma costantemente sull’accoglienza e sull’inclusione delle persone fragili al lavoro. L’obiettivo è ambizioso ma concreto: offrire orizzonti possibili e raggiungibili, mai velleitari, anche a chi parte da situazioni di grande difficoltà.
In Rete CAUTO, l’inclusione non è una funzione delegata all’area educativa: è un compito collettivo, che coinvolge tutta la comunità lavorativa. Educatori, colleghi, responsabili e tutor condividono la responsabilità di costruire un ambiente capace di accogliere, sostenere e valorizzare anche chi vive situazioni di particolare fragilità.
A guidare questo approccio è una consapevolezza semplice ma potente: la persona fragile non è altro da noi: è un fratello con una disabilità, una figlia con una dipendenza, un vicino che ha perso il lavoro. Partire da questa premessa consente di superare barriere culturali e pregiudizi, generando un’organizzazione più empatica, coesa e attenta alle persone.
Questo spirito si traduce in pratiche quotidiane, anche attraverso il ruolo dei tutor: colleghi scelti e formati, capaci di guidare le persone inserite nel lavoro con attenzione, competenza e rispetto. Il tutor, lavorando con il collega svantaggiato, osserva, accompagna, fornisce feedback: è un professionista che tiene insieme produttività e attenzione agli aspetti progettuali, in sinergia con il lavoro dell’educatore/trice, supportato da corsi di formazione specifici e aggiornamenti continui.
Un ponte tra i bisogni vecchi e nuovi del territorio e l’inclusione che genera impatto
Il modello di inclusione di Rete CAUTO nasce e si rafforza nella relazione costante con il territorio.
La cooperativa lavora fianco a fianco con servizi sociali dei Comuni, i servizi specialistici di cura e i servizi di mediazione lavorativa: una rete fondata sulla fiducia reciproca, sulla co-progettazione e sullo scambio di competenze. Una collaborazione che non è accessoria, ma strutturale e paritaria, capace di integrare esigenze educative e produttive in percorsi concreti di inserimento lavorativo. Grazie all’efficacia di questo modello, Rete CAUTO supera stabilmente l’obbligo di legge (30%) previsto dalla normativa 381/1991: oggi, il 41% delle persone occupate è in condizione di svantaggio.
Negli ultimi anni, le trasformazioni sociali hanno reso visibili nuove fragilità. Tra le risposte più significative ai bisogni emergenti del territorio si collocano i progetti LABORA, rivolti a richiedenti asilo, beneficiari di protezione e rifugiati, e Green Academy, dedicato ai giovani NEET.
Con Green Academy, Rete CAUTO dal 2023 ha intercettato oltre 100 giovani NEET, di cui 40 hanno attivato tirocini nelle cooperative partner. Da questi percorsi sono nate 40 assunzioni, 12 delle quali all’interno della rete cooperativa, mentre le altre si sono concretizzate in aziende for profit. Per 12 giovani, l’esperienza ha portato all’avvio verso servizi di cura specialistici, grazie all’emersione di fragilità complesse. Quattro ragazzi hanno scelto di rientrare a scuola, riattivando il proprio percorso formativo.
Anche nel progetto LABORA, rivolto a richiedenti asilo, il tirocinio è spesso il primo passo verso l’autonomia: dal 2018 sono stati attivati oltre 80 percorsi, con un tasso di assunzione diretta pari al 30%. Dall’interlocuzione costante con i servizi territoriali emerge però un dato ancora più rilevante: molte persone, pur non venendo assunte in Rete CAUTO al termine del tirocinio, riescono a trovare lavoro in autonomia e, grazie alle competenze acquisite durante l’esperienza in cooperativa, riescono a mantenerlo nel tempo. È l’effetto di un investimento educativo e formativo che lascia un segno, anche oltre i confini organizzativi della cooperativa.
Questi numeri raccontano più di una percentuale di occupabilità: sono vite che si trasformano, percorsi di rinascita, esperienze che generano apprendimento e modelli innovativi e replicabili anche per altri attori del Terzo Settore.
Educatori dell’inclusione: una professione concreta, una sfida che diventa lavoro
Per chi cerca un lavoro capace di generare impatto, quello dell’educatore in una cooperativa di tipo B rappresenta una sfida autentica e stimolante. È una professione che richiede competenze complesse e trasversali, perché collocata al crocevia tra il mondo del lavoro e il mondo della cura. Accompagnare persone fragili verso l’autonomia significa saper leggere i contesti, motivare, ascoltare, sostenere, ma anche riconoscere i limiti e prendere decisioni difficili.
Una delle abilità più complesse è proprio questa: sapere quando un percorso può proseguire da solo e quando, invece, è necessario fermarsi, per rispetto della persona accolta e del contesto in cui è inserita. In questi momenti si misura non solo la preparazione tecnica, ma anche l’integrità etica e l’equilibrio umano dell’educatore.
In Rete CAUTO l’équipe educativa è composta da sette professionisti e lavora in stretta connessione con tutta l’organizzazione. La formazione continua, la supervisione e la coprogettazione sono strumenti fondamentali per garantire qualità e sostenibilità a un lavoro che non è solo un mestiere, ma una scelta di senso. Per molti giovani, un’opportunità concreta per crescere professionalmente e lasciare un segno reale nella vita delle persone e della comunità.
Con oltre trent’anni di esperienza, Rete CAUTO si conferma un punto di riferimento nella cooperazione sociale di tipo B, grazie a un modello di inclusione lavorativa solido, riconosciuto anche a livello istituzionale.Questo modello integra il Protocollo Sociale per le gare sopra soglia del bando riservato, come previsto dal Codice degli Appalti (art. 61, D.Lgs. 36/2023), che richiede alle cooperative partecipanti ai bandi riservati standard elevati nella qualità dell’inclusione. Un passo concreto verso la piena attuazione della Legge 381, che da oltre trent’anni affida alle cooperative di tipo B la funzione di ponte verso il mercato del lavoro ordinario.
Ma il ruolo di Rete CAUTO va oltre la conformità normativa: la cooperativa è anche un soggetto sperimentatore, capace di intercettare fragilità emergenti e attivare risposte concrete, in rete con enti pubblici e soggetti for profit. Una cultura della condivisione degli apprendimenti rende questo approccio replicabile e generativo anche per altri attori del Terzo Settore.
In un contesto di piena occupazione come quello lombardo, con una carenza di manodopera stimata in circa 250.000 lavoratori e lavoratrici nelle previsioni 2025-2029, il modello di Rete CAUTO acquisisce un valore strategico: forma chi è distante dal lavoro, ne sviluppa i prerequisiti e costruisce ponti tra fragilità e impresa.
In questa direzione si inserisce anche il recente protocollo d’intesa siglato presso la Camera di Commercio di Brescia da Confcooperative Brescia con le principali associazioni di categoria del territorio, volto a promuovere l’inclusione lavorativa delle persone fragili attraverso una maggiore collaborazione tra il mondo delle imprese e quello del Terzo Settore. Rete CAUTO riconosce e condivide lo spirito di questo accordo, impegnandosi ogni giorno a tradurre quei principi in azioni concrete. Lo fa con l’autorevolezza di chi da trent’anni accompagna persone in situazione di svantaggio lungo percorsi di formazione, crescita e transizione verso il lavoro, anche attraverso il dialogo costante con le aziende del territorio.
Con competenze maturate sul campo e un modello di inclusione strutturato, Rete CAUTO intende rappresentare un ponte credibile tra due mondi ancora troppo distanti: quello della fragilità e quello del lavoro, contribuendo a rendere l’inclusione non solo possibile, ma anche sostenibile e strategica per il futuro dell’intero sistema economico e sociale. Con questa visione, Rete CAUTO si propone anche come ambiente di lavoro attrattivo per nuove professionalità – educatori, tecnici, progettisti – desiderose di mettersi alla prova in un contesto dinamico, complesso e profondamente orientato all’impatto sociale.

