Nella lunga notte di Parigi, venerdì scorso, la Rete è stata protagonista di numerosi gesti di solidarietà e aiuto.
Mentre la prefettura della capitale francese ha proibito fino a lunedì sera il volo di droni nei cieli parigini, Internet ed i servizi online si sono mobilitati per aiutare la cittadinanza.
A cominciare da Twitter che nella notte di venerdì è stata popolata dall’hastag #porteouverte con ilk quale i parigini si sono mobilitati per dare ospitalità a tutti coloro che non riuscivano a rientrare a casa.
Mentre tante porte si sono aperte anche grazie a AirBnB, che ha chiesto ai suoi utenti di mobilitarsi per aiutare le persone in strada, la rete di taxi Uber ha tagliato i prezzi per l’intero weekend.
Quanto a Facebook, va registrata non solo l’invito a modificare la propria immagine sopra un velo di bandiera francese, ma anche e soprattutto per aver attivato il servizio di “Safety Check” sperimentato per la prima volta durante il terremoto in Nepal .
Si tratta di un sistema di checkin utilizzato da Facebook per raccogliere informazioni sugli utenti geolocalizzati in un’area circoscritta. Il sistema ha funzionato.
C’è chi ha localizzato e contattato i propri figli e chi si è messo in contatto con gli amici. In automatico, chiunque avesse contatti a Parigi e fosse ormai in salvo ha ricevuto la notifica della rassicurante notizia.
Fino a venerdì Safety Check era attivo solo per i disastri naturali. Ora Facebook ha deciso di utilizzarlo per ogni situazione di crisi.
Solidarietà necessaria anche da anche Google Hangout e Skype hanno offerto gratis i loro servizi di comunicazione.
Contro i responsabili dell’attacco terroristico si sono mossi gli hacktivisti di Anonymous, che già avevano reagito dopo l’attentato a Charlie Hebdo.