venerdì 29 Marzo 2024

La festa della musica nelle terre di Verdi

Parma. Forse, per suggerire la forza del legame tra Parma e le sette note, basterebbe ricordare che quella della sua provincia fu l’aria respirata da Giuseppe Verdi e che il Teatro Regio è una delle più prestigiose case dell’opera italiane. Tuttavia, la Festa della Musica, in calendario mercoledì 21 giugno, offre l’occasione per ribadire quanto la città canti e suoni più di quanto parli. Tanto che gli eventi a tema dilagano ben oltre le 24 ore per invadere tutta la settimana dal 18 al 25, se non il mese intero.

Come godendo della luce che, le sere intorno al solstizio d’estate, illumina l’abside della chiesa di San Francesco del Prato, la musica si insinua nel cuore di un capoluogo dello spartito che, oltre al già citato Teatro Regio, vanta mete da melomani e patiti del pentagramma quali la Casa della Musica con il Museo dell’Opera, la Casa del Suono, la casa di Arturo Toscanini e l’Auditorium Paganini.

Il Teatro Regio, uno dei monumenti simbolo di Parma, edificato nel 1821-29 su commissione di Maria Luigia, ospita la Stagione Lirica e il Verdi Festival, con artisti di fama internazionale. Interessante la visita guidata tra attrezzature, scenografie, la platea ellittica riccamente decorata, il bellissimo sipario dipinto e il lampadario realizzato a Parigi che pesa una tonnellata; la Casa della Musica con il Museo dell’Opera ospitati a Palazzo Cusani (XV secolo), è costituita da una Sala Concerti, un Auditorium, una Biblioteca – Mediateca per la consultazione e il prestito e dall’Archivio Storico del Teatro Regio.

D’estate il chiostro, ospita interessanti eventi musicali; La Casa del Suono propone un articolato percorso espositivo tra una ricca raccolta di strumenti di comunicazione e riproduzione sonora, dal fonografo all’mp3, nonché strutture, quali il Lampadario sonoro e la Sala Bianca, dotate di innovativi ed esclusivi impianti di riproduzione sonora ed è stato inoltre arricchito dalla recente donazione dell’esclusiva orchestra d’archi di Renato Scrollavezza; la Casa Natale e Museo di Arturo Toscanini, dove il celebre direttore d’orchestra (uno dei più grandi interpreti di tutti i tempi) è nato nel 1867, ha recentemente ricevuto il riconoscimento tra Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna, e raccoglie in piccole stanze dai bassi soffitti, cimeli, oggetti e documenti provenienti dalle varie abitazioni dove ha vissuto.

Ultimo ma non ultimo, l’Auditorium Paganini, progettato dall’architetto Renzo Piano, ospita la stagione sinfonica della Filarmonica Arturo Toscanini. È il frutto di uno spettacolare intervento di recupero architettonico e funzionale di una zona industriale dismessa, l’ex zuccherificio Eridania, ora moderna “fabbrica del suono”, immersa in un parco di oltre 12 ettari.

A Parma un giugno all’insegna della musica, a cui sono dedicati numerosi eventi di grande pregio.

Sempre a giugno, al Teatro Regio si apre il Festival Toscanini, con la Filarmonica Arturo Toscanini e il direttore Omer Meir Wellber impegnati in un doppio programma incentrato su Wagner, Verdi e Ottorino Respighi. Quest’ultimo sarà inoltre al cuore del repertorio interpretato da Anna Caterina Antonacci, tra i soprani più carismatici della scena internazionale, nel tradizionale e atteso Concerto per la Città di Parma il 16 giugno in Piazza Duomo, insieme alla Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Alessandro Bonato in un programma completato da due celeberrime pagine di Bizet: le Suite da Carmen e da L’Arlesienne.

A giugno la Casa della Musica propone, nell’ambito di Archivissima – La Notte degli Archivi, l’appuntamento “Viaggio nella musica del pianista Miecio Horszowski”, reading musicale delle lettere della madre e dei diari del pianista, enfant prodige che suonò nei più grandi teatri europei e intraprese poi una lunga carriera che toccò due secoli. L’evento funge inoltre da preview della mostra che sarà allestita negli spazi di Casa della Musica dal 30 settembre.

Fino al 25 giugno, nella settimana che si raccoglie intorno alla Festa della Musica vera e propria, è prevista un’ampia e diversificata offerta culturale che estenderà le iniziative e le celebrazioni su più giorni, con un fitto calendario di eventi capace di allungare ben oltre le 24 ore la durata del 21 giugno. Tra gli appuntamenti in programma, mercoledì 21 giugno, da non perdere l’inedito percorso musicale che, a partire dall’affascinante Teatro Farnese e passando per il suggestivo Chiostro della Fontana del Monastero di San Paolo, condurrà il pubblico fino a Piazzale San Francesco in un coinvolgente viaggio musicale attraverso repertori e generi differenti a cura del Conservatorio di Musica “Arrigo Boito”. Nella stessa serata il Chiostro della Pinacoteca Stuard ospiterà il concerto del Coro Paër.

Chi infine volesse esplorare il legame della musica con pittura, architettura e teatro di figura può intraprendere un percorso non ufficiale alla scoperta di perle nascoste del patrimonio culturale cittadino. All’interno della Pinacoteca Stuard, che dedica una sala intera ai progetti e agli strumenti di lavoro di Niccolò Bettoli per la realizzazione del Teatro Regio di Parma, è conservato “Samuele insegna a Davide fanciullo a suonare l’arpa”, dipinto risalente a metà del XIX secolo in cui Giovanni Gaibazzi riesce a unire mitologia e citazione biblica. Nel materiale esposto al Castello dei Burattini-Museo Giordano Ferrari sono presenti moltissimi riferimenti al mondo musicale.

Nelle teche del museo, fanno ad esempio bella mostra di sé marionette legate al mondo dell’opera lirica, come un sacerdote, una danzatrice vestita da principessa egiziana e un cammello utilizzati da Giuseppe Concordia per la messa in scena di Aida. Sempre a Giuseppe Concordia apparteneva il grande manifesto che snocciolava il repertorio della compagnia, comprensivo di titoli quali L’Elisir d’Amore, Don Pasquale, Roberto il Diavolo, Il barbiere di Siviglia, La gran via, Il paese dei campanelli, La danza delle libellule. Vi sono poi i burattini che la Compagnia dei Ferrari utilizzava per l’allestimento di Tutto il mondo balla o dell’operetta Fra i selvaggi, nonché tutti quei personaggi canonici del teatro burattinesco a cui venivano fatte cantare canzoni satiriche, militaresche o popolari. Una lettura dei testi dei brani e delle partiture musicali conservati nell’archivio cartaceo dà immediatamente l’idea di quante persone (cantanti e musicisti) venissero coinvolte negli spettacoli.

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