Mi scrive Maria, femmina, mano destra, 50 anni
Guardando questa grafia, risulta chiaro il grande desiderio di serenità e di tranquillità che MARIA prova. Volersi lasciare andare. Smettere di combattere. Abbandonarsi alla corrente. Invece, MARIA continua a FARE. Continua a cercare di DARE. E’ encomiabile. E’ bello vedere quanta forza cerca di trarre da sé, dalle sue azioni, per opporsi alle vicissitudini – che non erano certo da lei volute – che le sono capitate.
Ma quale è il pericolo? Che, ad un certo punto, venga stravolto il contatto con la realtà. Che l’energia, fino ad ora troppo usata, si esaurisca.
MARIA ha sofferto troppo ed ancora soffre. Ed ha tanto desiderio di affetto dimostrato. Di coccole e di carezze.
Prima che il filo si spezzi, prima che si instauri un processo di vanificazione, per il quale tutto sembri inutile, è bene che le persone attorno a lei si attivino e le porgano quello di cui ha necessità.
MARIA ha tanta tenerezza, tanto amore in sé. Sa approfondire, sa collegare, sa unire.
Ma bisogna darle la possibilità di farlo. Di rivalutare le sue doti, perché apprezzate da chi le sta attorno.
Credo veramente che il suo lavoro con i bambini sia per lei una valvola di sfogo, un sentirsi apprezzata, perché i bambini danno ciò che ricevono. Simpatia, accoglienza, affetto.
Auguro a Maria un habitat affettivo forte e riconoscente per ciò che ha fino ad ora dato.
E che continua a dare.