Reggio Emilia. Una bella vicenda contro illegalità e sfruttamento, è la storia di un progetto contro la mafia e il caporalato, si chiama “Sfruttazero, i “Ribelli” dell’oro rosso” racconta di una passata di pomodoro con lo 0% di sfruttamento.
Così il pomodoro, simbolo dello sfruttamento del caporalato nelle campagne, diviene un’attività lavorativa collettiva e solidale. Un incontro di presentazione del progetto Sfruttazero è in programma alla Biblioteca Panizzi, sala Reggio, sabato 9 febbraio alle ore 16,30, a cura di Associazione Diritti a Sud e Comitato Esodati di Reggio Emilia.
Le associazioni Diritti a Sud e Solidaria hanno aperto una lotta contro la precarietà e il caporalato: un ambizioso progetto per un’agricoltura rispettosa delle persone e della natura, un prodotto buono, genuino ed etico, un simbolo di riscatto e speranza in un futuro migliore. Sfruttazero nasce nel 2014 grazie all’associazione barese “Solidaria” e, dall’anno successivo, collabora con “Diritti al Sud” di Nardò.
Il simbolo dello sfruttamento e del caporalato, viene coltivato e trasformato in salsa da contadini, braccianti, migranti e non, a cui sono garantiti giuste condizioni di lavoro e di retribuzione; una produzione in cui non c’è spazio per lo sfruttamento, l’alienazione, i caporali o l’utilizzo di prodotti chimici.
Diritti a Sud è una comunità, con sede a Nardò (Lecce), composta da sensibilità differenti ma accomunate dal dovere morale di aiutare chi si trova a vivere condizioni di disagio, creando una rete di relazioni stabili e di rapporti umani autentici che vanno al di là delle differenze di nazionalità, condizione sociale o colore della pelle. L’obiettivo è trasformare quel “sud del mondo” simbolo di disagio e diritti negati, in un sud dell’accoglienza, della legalità, delle opportunità, del riscatto e dei diritti per tutti, conquistati e giusti.