
Ne 1947 il premio Nobel per la letteratura André Gide chiese allo scrittore autodidatta Jan Giono che cosa fosse per lui un narratore: è un narratore orale, uno di quei narratori del Nord Africa che si fermano all’angolo di una strada, raccontano una storia e, se sono stati bravi, ricevono una moneta da chi si è fermato ad ascoltarli.
Gide aveva commentato: “Io sarei morto di fame”.
Nella raccolta delle fonti orali una delle parti più ardue e difficoltose consiste appunto nella ricerca di testimonianze relative a un determinato fatto sia esso di carattere storico o puramente culturale.
La raccolta di storie e leggende che per secoli hanno costituito il folklore narrativo della gente della Valle Trompia è solo una delle tante sfaccettature appartenenti all’universo di tradizioni popolari che ci permettono di ricostruire le radici del nostro passato.
Il libro Madóra che póra! Storie e leggende della Valle Trompia, curato da Giovanni Raza e richiedibile presso Valtrompia Storica, ne raccoglie molte di queste storie.
Eccone alcune.