venerdì 29 Marzo 2024

Semi di speranza

Bergamo. Il cambiamento climatico è una realtà che non risparmia nessun angolo del pianeta. Anche il nostro lato di mondo infatti sta sperimentando in maniera sempre più frequente e dolorosa gli effetti della crisi climatica. Siccità, alluvioni, incendi, uragani sono ormai fenomeni che viviamo in prima persona e che non accadono solo “lontano dai nostri occhi”. Questo non può fare altro che renderci più consapevoli del fatto che viviamo su un pianeta che va considerato “una casa comune da preservare”. Ciò che oggi vediamo accadere fuori dalle nostre porte, accade da anni e in maniera drammatica in molte aree del mondo, vessate dalle sempre più drastiche conseguenze del climate change, che va a sommarsi alle condizioni di vita già estremamente critiche di milioni di persone.

Per raccontare l’impatto del cambiamento climatico sull’ambiente e sulla popolazione del Myanmar, ma anche gli effetti positivi del progetto e degli interventi portati avanti da CESVI, arriva la mostra fotografica ‘Semi di Speranza. Voci e volti dal Myanmar’ di Gianfranco Ferraro, con la curatela di Sandro Iovine, visitabile dal 1° aprile al 1° maggio al Palazzo Ex Ateneo, in piazza Giuliano, a Bergamo. L’esposizione rientra nel calendario delle iniziative Bergamo-Brescia Capitale italiana della cultura e ha ottenuto il patrocinio dell’AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

Tra i più scossi i Paesi del Corno d’Africa, colpiti da un’estrema siccità, il Pakistan vessato dalle alluvioni, e il Myanmar considerato (secondo il Global Climate Risk Index 2021) il secondo Paese al mondo più soggetto a eventi climatici estremi e calamità naturali collegati ai cambiamenti climatici, e dove CESVI  interviene dal 2001 raggiungendo 4,6 milioni di beneficiari attraverso progetti nei settori della salute e dell’igiene, della lotta alla fame, dello sviluppo agricolo e della protezione dell’ambiente.

Negli ultimi venti anni il cambiamento climatico ha impattato in maniera molto forte sul Myanmar dove sono diventati sempre più frequenti i cicloni, e allo stesso tempo si è verificato un aumento estremo di siccità e temperature. Tutto questo ha influenzato la vita della popolazione e in particolare delle comunità rurali, pesando fortemente sulla produzione agricola e provocando così una diminuzione di reddito e di sicurezza alimentare delle famiglie, in cui i più colpiti sono i bambini. Nel 2023 un numero record di 17,6 milioni di persone, ossia più di un terzo della popolazione, avrà bisogno di aiuti umanitari nel Paese.

Attualmente CESVI opera nella Dry Zone, vasta regione al centro del Paese e uno dei principali poli agricoli del Myanmar. Nella Dry Zone gli effetti dell’emergenza climatica, e in particolare inondazioni violente, lunghi periodi di siccità e bassissimi livelli di precipitazione durante tutto l’arco dell’anno, stanno mettendo a dura prova la produzione agricola e il sostentamento della popolazione.

Qui CESVI, grazie al progetto S.A.F.E.C.R.O.P.S., finanziato dall’AICS e implementato in partnership con la ONG birmana NAG e l’Associazione Microfinanza e Sviluppo Onlus, sta combattendo contro queste criticità con interventi mirati a mitigare gli effetti negativi della crisi climatica sulla sicurezza alimentare e sui mezzi di sussistenza della popolazione, riducendone il livello di vulnerabilità ed accrescendone la resilienza.

Concentrandosi sulla promozione delle buone pratiche agricole, CESVI coinvolge i piccoli agricoltori nella coltivazione del sesamo, delle arachidi e del fagiolo mungo verde, colture che rappresentano la principale fonte di reddito nella regione, in quanto non necessitano di molta acqua e ben si adattano all’aridità della zona. Per aumentare la qualità e la quantità della produzione, vengono messe a loro disposizione migliori varietà delle sementi, viene fornito loro una formazione e un accompagnamento costante per promuovere l’adozione di tecniche agricole innovative, vengono favorite le vendite collettive a livello regionale per aumentare l’accesso ai mercati e viene favorito il loro accesso al credito per assicurare l’acquisto di fattori produttivi adeguati.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.
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