Mantova – Mentre a Venezia va in scena la BiennaleArchitettura, la città sul Mincio celebra proprio l’architettura sotto moltreplici punti di vista con MANTOVARCHITETTURA, un progetto culturale ideato e organizzato dal Polo Territoriale di Mantova del Politecnico di Milano, nell’ambito delle attività della Cattedra UNESCO in Pianificazione e tutela architettonica nelle città patrimonio dell’umanità.
Avviata dalla serie di conferenze internazionali promosse dal 2012 in questo contesto, l’iniziativa propone un ricco programma di mostre, workshop, convegni e incontri con i protagonisti della cultura architettonica internazionale, che ogni anno, nel mese di maggio, trasformano Mantova in una Capitale dell’Architettura.
Fra queste, ospitata a San Cristoforo è la mostra “Oltre il muro. La città immaginata dagli ex manicomi italiani” a cura di Elisa Boeri, Luca Cardani e Davide Del Curto con Giorgio Bedoni e sostenuta anche da Cassa Padana Bcc.
Tra XVIII e XIX secolo si registra in tutta Europa la nascita di grandiosi e monumentali edifici manicomiali, costruiti secondo principi di contenimento e ordine: spazi concepiti non solo come luoghi di cura ma di controllo, progettati per separare, isolare e persino “correggere” gli individui ritenuti malati di mente e quindi “diversi”.
Oggi, a quasi cinquant’anni di distanza dalla Legge 180/1978 (o Legge Basaglia) e la conseguente riforma psichiatrica, siamo chiamati come architetti, storici e studiosi a riflettere sul portato culturale e sociale di questi luoghi, spazi che – prima di cadere in un disuso sistemico che interessa ancora oggi decine di strutture in tutta Italia – hanno rappresentato l’unico orizzonte visivo, spaziale e architettonico di migliaia di internati.
La mostra esplora il modo in cui lo spazio di reclusione ha dato forma ad un immaginario architettonico e artistico capace di resistere alle dinamiche di potere dell’istituzione totale.
L’atto creativo generatosi all’interno di questi spazi è il risultato di un gesto radicale, una risposta al trauma dell’istituzionalizzazione e alle più ampie stigmatizzazioni sociali che circondano la malattia mentale.