Brescia – Lo spazio CARME ospita la mostra personale HABITAT – alle radici dell’identità dell’artista Martina Fontana, un percorso immersivo che invita il visitatore a riflettere sul legame profondo tra corpo, natura e identità.
L’esposizione è ospitata nei suggestivi ambienti della sede dell’Associazione Culturale CARME, ex chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, oggi sconsacrata, nel cuore del Carmine, storico quartiere di Brescia. Le opere in mostra ripercorrono gli ultimi anni di produzione dell’artista, sviluppando una narrazione intorno ai temi della trasformazione e dell’evoluzione, cardini della sua ricerca.
CARME accoglie questa mostra con orgoglio, riconoscendo nella voce di Martina Fontana, artista e donna, la forza di chi sa portare alla luce temi urgenti e attuali.
Con coraggio e attraverso la materia, l’artista entra nella profondità di questioni spesso affrontate solo in superficie per timore o pudore. Il suo lavoro diventa così non solo gesto artistico, ma atto di consapevolezza e responsabilità, capace di toccare le corde più intime dell’umano.
Al centro del percorso troviamo i Dispositivi di protezione individuale, una serie di busti e armature fitomorfi già esposti al Castello Sforzesco di Vigevano (2023) e a Palazzo Besta (2024).
Queste sculture portano incisi sulla loro superficie i segni di cicatrizzazione degli alberi, metafora delle ferite – visibili e invisibili – che ogni individuo accumula nel corso della propria esistenza. La narrazione dei corpi, liberati dalle retoriche della perfezione, si fa così inno alla fragilità trasformata in forza. Ogni scultura è accompagnata da una bandiera-manifesto, in cui il corpo viene mostrato con dignità come una mappa universale in cui ritrovare risonanze personali.
Il lavoro sulle cicatrici si approfondisce nel progetto Amazzoni, realizzato nel 2025 in collaborazione con l’omonima associazione che sostiene donne operate di tumore al seno. In mostra, una selezione di scatti fotografici documenta il percorso condiviso, culminato nella creazione di uno scudo lunato, simbolo arcaico di protezione e archetipo femminile, utilizzato come strumento di autorappresentazione.
L’intensità della ricerca di Fontana trova un ulteriore momento di compiutezza nell’opera Habitat, monumento alla sacralità della vita e alla sua ostinata resistenza anche in ambienti ostili. La struttura, realizzata in galestro e ferro, si erge come architettura primordiale: una forma alveolare che si solleva da terra in un moto ascensionale, le cui radici si staccano dal suolo generando un equilibrio tra tensione e leggerezza.
Telluric nest, installata come un rosone al centro della navata, trasporta lo sguardo in una dimensione sospesa e materica, mentre a chiudere il percorso espositivo è Vasaia, scultura che si fa al tempo stesso sarcofago e incubatrice di nuova vita. Un cielo stellato composto da diciannove nodi argentei accompagna simbolicamente il visitatore verso un’elevazione catartica dalla terra al cielo.
Martina Fontana (Prato, 1984) è un’artista figurativa la cui ricerca si fonda sull’indagine della materia e sulle relazioni interspecifiche tra corpo e natura. Laureata nel 2007 all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, ha esposto in numerosi contesti museali e galleristici in Italia e all’estero. La sua formazione artistico-scientifica le consente un approccio sperimentale e analitico, orientato alla contaminazione tra tecniche e materiali naturali e sintetici.
Ha collaborato in ambito architettonico e teatrale, approfondendo il rapporto tra individuo e spazio. Dal 2016 al 2023 ha diretto il progetto Art Factory di Dynamo Camp, curando laboratori e attività con importanti artisti contemporanei. La sua pratica si radica in una riflessione lenta e metodica sul tempo, sulla trasformazione e sull’esperienza collettiva, generando opere che coniugano emozione, simbolismo e materia.