Brescia – Spazio H.Vox, all’interno del progetto culturale Foyer, ospita la mostra “Una somma di piccole cose” di Alessandra Comaroli. L’artista, che ha partecipato a mostre collettive e personali, lavora con la tecnica del collage come mezzo espressivo privilegiato spesso legandolo a testi poetici e letterari.
Piccole cose sono i pezzi che costruiscono le figure e gli spazi. Piccole cose possono sembrare le vite racchiuse nelle vecchie fotografie usate per abitare quegli spazi insieme ai ritagli e frammenti materici. Piccole cose, forse, sono i pensieri che portano l’artista a usare il tempo per tagliare, scegliere, accostare, incollare.
Ma sono davvero piccole cose? Questa è la domanda che ci si pone addentrandoci nel mondo poetico dei tagli netti e dei temi cari a Comaroli.
Il rapporto con il corpo, il femminile, i ricordi e le costruzioni del passato e del presente sono raccontati con un linguaggio intimo, quasi sussurrato e allo stesso tempo deciso. I tagli costruiscono e fanno incontrare corpi e alberi, forme geometriche e palazzi che ci ricordano gli studi di architettura dell’autrice.
Il risultato è qualcosa che va oltre la somma dei singoli addendi, sono piccole creazioni di mondi interiori ancora prima che richiami al mondo tangibile esterno. Ci sono echi futuristi nelle marionette, richiami al cubismo prima e alla pop art poi, quasi dovuti vista la tecnica
utilizzata ma sempre declinati con un tocco personale e contemporaneo.
Il rapporto con la parola sarà il fulcro dell’evento che chiuderà la mostra il 9 di novembre. Si terrà il reading “Paragrafo” a cura di ex alunne dello Spazio H.Vox, come già la stessa Comaroli, a testimoniare il rapporto tra le arti, i luoghi e le persone che le coltivano. Le letture di poesie e testi tratti da autori come Calvino, Gualtieri, Maria Lai ma non solo, saranno accompagnate dalle note di arpa celtica.
Alessandra Comaroli, originaria di Manerbio, vive a Pontevico. Laureata in Architettura e con un background scientifico, approda al collage analogico come linguaggio privilegiato di introspezione e trasformazione. La sua è una pratica che parte dalla carta di recupero – vecchi fogli, strappi, pieghe e colori segnati dal tempo – per costruire nuove immagini, nuove narrazioni.
ll collage diventa una metafora potente di rinascita: smontare l’unità per ricomporla in qualcosa di diverso, dare nuova voce a ciò che è stato scartato. Il suo lavoro è spesso ispirato dalla poesia, che considera fonte primaria di stupore e meraviglia, e dalla

