giovedì 29 Maggio 2025

Still I Rise, serata di raccolta fondi al Castello di Padernello

Padernello, Brescia – Il maniero della Bassa Bresciana, ospita questo sabato l’iniziativa
di Still I Rise, l’organizzazione umanitaria indipendente fondata dal cremonese Nicolò Govoni  e che oggi vuole promuovere un nuovo progetto di scuola di eccellenza per bambini vulnerabili in Italia.

Difendere il futuro dei bambini più vulnerabili offrendo loro gratuitamente un’istruzione di
eccellenza, tutelando così anche il futuro di tutti: Still I Rise, organizzazione umanitaria
indipendente fondata nel 2018 con l’obiettivo di aprire scuole in contesti di emergenza
umanitaria e nei crocevia della migrazione globale, approda al Castello di Padernello,
maniero quattrocentesco della Bassa Bresciana.

L’occasione è una serata speciale di raccolta fondi dedicata alla presentazione del suo nuovo, ambizioso progetto: la futura apertura di una scuola di eccellenza anche in Italia, rivolta a minori profughi e italiani in stato di vulnerabilità.

Nello splendido castello, i partecipanti potranno conoscere da vicino la straordinaria missione di Still I Rise, raccontata dai volontari del Gruppo Territoriale Lombardia dell’organizzazione, e contribuire così in maniera concreta alla realizzazione di questo progetto rivoluzionario.

Completamente indipendente da fondi governativi e sovranazionali, Still I Rise opera con
successo in Siria, Repubblica Democratica del Congo e Yemen, dove ha avviato Scuole di Emergenza e Riabilitazione, mentre in Kenya e Colombia sono operative le sue Scuole Internazionali, che offrono il prestigioso percorso dell’International Baccalaureate. Ogni scuola dell’organizzazione non è un semplice istituto educativo, ma un vero e proprio centro di ricerca e sviluppo dove il metodo viene continuamente affinato e adattato alle esigenze locali.

La raccolta fondi al Castello di Padernello avrà l’obiettivo di contribuire all’apertura della
prima Scuola Internazionale di Still I Rise in Italia, totalmente gratuita. Un
appuntamento che coniugherà solidarietà e cultura nell’incanto di una cornice storica
d’eccezione sulla scia del motto di Still I Rise “Cambiamo il mondo, un bambino alla volta”, per educare e per crescere leader ambiziosi, coraggiosi e premurosi, capaci di riscrivere il futuro delle loro comunità.

Era il Maggio 2018, quando  tre ragazzi poco più che ventenni fondano una piccola onlus, Still I Rise.

Si chiamano Nicolò Govoni, Giulia Cicoli e Sarah Rizek. E vogliono regalare, anzi, restituire, ai bambini e ai ragazzi migranti ospitati nell’hot spot di Samos, in Grecia, il diritto alla vita, alla scuola, al sorriso. Alla vita. Qualche ora al giorno, in attesa che chissà, forse, un giorno una nuova altra vita, altrove, possa iniziare.

In un anno l’associazione mette in piedi una scuola – Mazì, che in greco significa “insieme” – prepara una mostra fotografica e presenta una causa penale per crimini contro l’umanità e negligenza nei confronti dei minori contro l’amministrazione dell’hotspot di Samos.

Nell’isola di Pitagora ed Epicuro, dove il moscato è più dolce e solo due bracciate a nuoto separano dalla Turchia, c’è un centro di prima accoglienza per migranti che piano piano si è trasformato in una prigione. Migliaia di persone, fra cui troppi bambini, un terzo, sono qui rinchiusi, in attesa di un futuro che non è chiaro se e quando arriverà.

E poiché “dentro” non c’è più posto, centinaia di altri rifugiati si accampano con tende di fortuna “fuori” dal campo. Nella “giungla”, come la chiamano. Dove è ancora più difficile sopravvivere con dignità. Dove è quasi impossibile non impazzire.

La vita nel campo è raccontata senza fronzoli da un libro che Nicolò pubblica con la Rizzoli, “Se fosse tuo figlio”.

E’ una “vecchia” conoscenza di Popolis Nicolò. L’avevamo intervistato qualche anno fa quando, appena ventenne, aveva deciso di trascorrere le sue vacanze da volontario in un orfanotrofio, la Dayavu Boy’s Home a Tamil Nadu, all’estremo sud dell’India.

Un’esperienza che gli cambia la vita, quella. In Italia raccoglie fondi per costruire un dormitorio nell’ orfanotrofio e decide di trasferirsi in India per dedicarsi completamente “ai miei bambini”.

“Lo faccio con una promessa, usare la mia fortuna di ragazzo bianco e occidentale per prendermi cura di loro”, spiega. Nicolò in India lavora e studia, giornalismo.

Nel 2014 l’orfanotrofio rischia la chiusura per mancanza di fondi, ma Nicolò non demorde. Raccoglie fondi e lo salva. L’anno dopo pubblica “Uno”, il racconto delle vite dei suoi bambini.

Nel 2016 riesce a mandare tutti i bambini dell’orfanotrofio a scuola e tre dei ragazzi più grandi all’università. Un traguardo. Nel frattempo scrive, sempre. E lavora per BBC, South China Morning Post e Metropolis Japan. Con un obiettivo chiaro e dichiarato: dare voce a coloro che ne sono privi, agli oppressi, ai dimenticati.

Nel 2017, i ragazzi da mandare all’università sono cinque, e i fondi raccolti insufficienti. Allora per un mese si mette a scrivere. Arriva “Bianco Come Dio” . Lo pubblica da solo e spera che, grazie al supporto dei lettori, il ricavato potrà essere sufficiente a coprire le rette universitarie dei ragazzi.

Il successo di “Bianco Come Dio” va oltre ogni aspettativa e diventa un caso editoriale che conta oggi quasi 10mila lettori. Nicolò lascia l’India e l’orfanotrofio in buone mani e, dopo una breve parentesi in Palestina, approda a Samos.

Un’altra vita, in tutti i sensi. Anche sotto il profilo professionale perché è in Grecia che arriva la telefonata della Rizzoli: “Crediamo nel potenziale di ‘Bianco Come Dio’ e crediamo che le tue Missioni debbano essere conosciute in tutta Italia.” E ora c’è “Se fosse tuo figlio” dedicato a Samos.

Oggi Still I Rise fa un ulteriore salto di qualità. E torna in Italia.

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