sabato 11 Maggio 2024

Degas e i suoi amici

Parma – Nonostante abbia partecipato a quasi tutte le esposizioni della corrente, Edgar Degas non si riconobbe mai totalmente all’interno dell’Impressionismo più intransigente, col quale condivideva la passione per Manet e per i soggetti contemporanei ma non la sottomissione totale al principio dell’immediatezza della realizzazione.

Grande esperto d’arte ed estremamente rispettoso dei maestri del passato, concentrò la propria attenzione sull’analisi meticolosa delle situazioni, degli individui, dei gesti e dei mestieri rappresentati, facendo precedere ogni dipinto da un imponente lavoro preliminare che produsse una grande quantità di schizzi, bozzetti, studi e disegni.

Diventa quindi particolarmente interessante conoscere da vicino il metodo di un pittore che, definitosi realista, dichiarava orgogliosamente di non sapere nulla di aspetti eterei come la spontaneità e l’ispirazione.

Sarà possibile farlo ora al Palazzo Dalla Rosa Prati di Parma con la mostra “Degas e i suoi amici”, un percorso ampio e trasversale che consente di penetrare in profondità la poetica e la pratica di una delle personalità più originali del proprio tempo. Ma non solo.

Oltre a una serie di disegni (come quelli realizzati per Ludovic Halèvy), importanti monotipi (tra i quali, le illustrazioni de La Maison Tellier di Guy Maupassant), xilografie, litografie e pochoir, acqueforti, libri, heliogravure e sculture in bronzo di sinuose ballerine che permettono di ricostruire l’intimità creativa del pittore, l’esposizione presenta un corpus di opere che si pone l’obiettivo di allargare lo sguardo per offrire una sorta di contesto artistico, necessario a comprendere a fondo l’unicità di un essere e di un agire.

Ecco allora che, a formare idealmente una cerchia di relazioni personali e professionali, la mostra accosta alle opere del protagonista principale di questo viaggio nel tempo quelle di contemporanei quali Morisot, De Nittis, Cassat, Moreau, Renoir, Raffaelli, Manet, Lepic, Guillaumin, Forain, Desboutin e Boldini.

A cura di Vincenzo Sanfo, l’itinerario non può che concludersi con un’eccezionale documentazione fotografica del quotidiano di Degas: il solo modo per cristallizzare la vitale essenza di un artista altrimenti inafferrabile.

 

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