mercoledì 12 Novembre 2025

Mostre / GUIDO CREPAX. Sogni, Giochi, Valentina. 1953-2003

Brescia – La più ampia antologica sul lavoro di Guido Crepax. Una occasione unica per analizzare la carriera dell’artista milanese, attraverso un percorso filologico che si sviluppa lungo un arco temporale di cinquant’anni e 150 opere, alcune delle quali mai esposte, tra tavole originali, bozzetti, disegni, progetti pubblicitari, storyboard di film, copertine di dischi e giochi da tavolo.

Valentina, ma non solo. Conosciuto, apprezzato, amato per aver dato corpo e voce a una delle protagoniste più iconiche e rivoluzionarie della storia del fumetto, Guido Crepax (1933-2003) non è stato soltanto uno dei più indimenticabili autori italiani, ma un artista a tutto tondo, che ha affrontato diversi ambiti della cultura, dalla pubblicità al cinema, dal teatro alla televisione, dalla musica fino ai giochi da tavolo.

Fondazione Brescia Musei in collaborazione con l’Archivio Crepax promuove la più varia antologica, finora mai realizzata sul suo lavoro.

Guido Crepax. Sogni, Giochi, Valentina. 1953-2003 rappresenta una occasione unica per analizzare la carriera dell’artista milanese, attraverso un percorso filologico che si sviluppa lungo un arco temporale di cinquant’anni, mettendo in evidenza l’importanza di un autore che ha rivestito un ruolo significativo nell’arte e nella cultura italiana del dopoguerra.

L’allestimento, curato dallo Studio Top Tag, propone un viaggio immersivo nel mondo di Crepax, nel quale il visitatore riesce ad apprezzare appieno la ricchezza dei materiali esposti, attraverso molteplici rimandi incrociati tra colori, parole, immagini, dispositivi audio-video, giochi di luci e ombre, silhouette e gigantografie.

La mostra approfondisce la vasta produzione di Crepax nel suo dialogo proficuo con le arti attraverso 150 opere, alcune delle quali mai esposte, tra 100 tavole originali, bozzetti, disegni, progetti pubblicitari, storyboard di film, copertine di dischi, giochi e documenti come il carteggio con Federico Fellini o lo scambio epistolare con Louise Brooks.

Il percorso espositivo, suddiviso in sette sezioni tematiche, si apre con una selezione di opere focalizzate sull’importanza che la letteratura e le arti hanno esercitato sul linguaggio di Guido Crepax; fortemente ispirato dai grandi classici, spaziò attraverso vari generi letterari, dall’horror alla fantascienza, dallo storico all’erotico, come dimostrano le sue tavole e prima ancora i lavori giovanili dedicati a Robert Louis Stevenson, Franz Kafka ed Edgar Allan Poe.

In molte opere ricorrono anche citazioni esplicite alla storia dell’arte: nel primo racconto a fumetti apparso su “Linus” nel 1965, Valentina visita gli affreschi di Masolino da Panicale a Castiglione Olona, mentre nell’opera La Marianna la va in campagna del 1968 si assiste a una delle perfomance di Yves Klein note come Antropometrie. O ancora, nella storia Il falso Kandinsky del 1991 Valentina è immersa nelle atmosfere del maestro dell’astrattismo e ne La sindrome di Moore del 1990 arriva a dialogare con le sculture di Henry Moore.

La rassegna prosegue con il capitolo in cui si sottolinea l’attenzione che Crepax dedicò agli aspetti psicologici e onirici della realtà, tradotti in tavole e racconti dove il mistero e l’inconscio, il perturbante e il rimosso risultano temi centrali. È il caso, ad esempio, de I sotterranei del 1965, in cui Valentina, alle prese con un misterioso popolo, si trova avvolta in un’atmosfera che evoca il viaggio al centro della terra di Jules Verne con reminiscenze sulle origini mitiche del popolo tedesco e ricordi legati alla storia più recente dell’occupazione nazista.

Il cinema, il teatro e anche la televisione rappresentarono per Crepax una fonte inesauribile d’ispirazione. Numerosi sono i riferimenti ai film e ai registi che si ritrovano nelle sue strisce, da Ėjzenštejn a Bergman, da Lang a Pabst, da Godard a Truffaut, da Welles a Kubrick, da Visconti ad Antonioni e soprattutto Federico Fellini a cui dedicò la storia a fumetti Bianca 8½.

La sezione propone molte tavole ricche di questi richiami, accanto ai disegni per i costumi del teatro. In questo ambito nel 2000 Crepax ha immaginato i costumi per la Salomé di Paolo Scheriani e nel 2001 per la Lulu di Alban Berg, diretta da Mario Martone.
Crepax ha anche collaborato con il mondo della televisione: nel 1967 ha ideato la sigla della trasmissione Diamoci del tu, con Caterina Caselli e Giorgio Gaber e nel 1976 quella di Notte matta, varietà con Loretta Goggi e Massimo Ranieri.

Il percorso tematico intitolato Il suono dell’immagine documenta quanto la musica sia stata presente nella sua vita. Con questa forma d’arte, Crepax ebbe un legame familiare: il padre Gilberto infatti era il primo violoncello nell’orchestra della Scala di Milano, mentre il fratello maggiore Franco era un manager discografico e scopritore di talenti, tra cui Paoli, Gaber, Jannacci, Endrigo, Tenco, Vanoni. In quarant’anni, dal 1953 al 1993, Crepax ha disegnato oltre 300 copertine di dischi, delle quali una preziosa selezione è esposta scenograficamente in mostra a Brescia.

La mostra prosegue analizzando la passione di Crepax nei confronti delle epoche della storia antica e contemporanea. Alle tavole che riscostruiscono interessanti spaccati socioculturali della sua epoca, si affiancano le scrupolose documentazioni delle vicende del passato, rappresentate nei monumentali giochi da tavolo, come la battaglia di Pavia del 1525 o la battaglia risorgimentale di Solferino e San Martino del 1859.

Non poteva mancare una sezione dedicata alle protagoniste femminili del mondo di Crepax.
Al di là della conturbante bellezza e dell’erotismo, è significativo osservare la sua capacità d’indagine psicologica dalla quale scaturiscono personalità di carta come Anita, Bianca, Belinda o Effi, in grado di rappresentare l’evoluzione del ruolo della donna e la sua complessità dalla seconda metà degli anni Sessanta al nuovo Millennio.

Quanto a Valentina, alter ego del suo autore, è l’unico personaggio dei suoi fumetti di cui viene disegnata la nascita. Dotata di una carta d’identità, diviene madre, mette gli occhiali, invecchia e nello stesso tempo si fa interprete della moda e del gusto del suo tempo. La mostra ricostruisce anche il triangolo letterario che dà vita alla figura di Valentina: da un lato la moglie Luisa e dall’altro la fascinazione per l’attrice americana diva del cinema muto, Louise Brooks.

Il percorso espositivo si chiude con una serie di opere che testimoniano l’interesse di Crepax per il mondo della moda e il costume, da lui seguiti nei decenni leggendo riviste come “Elle” e “Vogue”, guardando le vetrine delle boutique milanesi o rovistando nell’armadio della moglie Luisa.

Nel 1985 in occasione di Modit, Crepax disegna Valentina che indossa i capi dei grandi stilisti italiani degli anni Ottanta e tre anni dopo, nel fumetto Il sogno della moda, Bianca e Valentina attraversano le fasi salienti della moda italiana, mentre in Doppio sogno. Alla ricerca dei vestiti perduti del 1994 Crepax fa incontrare Valentina con la stilista Mariuccia Mandelli, in arte Krizia.

Anche la pubblicità ha un ruolo importante nella carriera di Crepax: numerosi sono i marchi per i quali ha lavorato, come Campari, Dunlop, Rizzoli, Standa. Per la campagna Shell vinse la Palma d’Oro nel 1957; per Terital, azienda specializzata nella produzione di fibre sintetiche, inoltre, disegnò una decina di Caroselli incentrati sul personaggio di Terry.

Arricchisce la mostra una selezione di video sulla vita e l’opera di Guido Crepax e un catalogo, edito da Skira, con testi a firma di Alberto Fiz, Ilaria Bignotti, Stefano Bartezzaghi, Antonio e Luisa Crepax.

L’esposizione si tiene in contemporanea con la mostra Mondi, viaggi, storie… e poi c’è Jacovitti!, allestita anch’essa al Museo di Santa Giulia, che presenta, per la prima volta al pubblico, una parte del ricchissimo patrimonio illustrativo dell’archivio storico dei bozzetti di Editrice La Scuola.

Entrambe le iniziative s’inseriscono nel filone d’indagine che la Fondazione Brescia Musei dedica all’illustrazione e che ha già proposto Victoria Lomasko (The Last Soviet Artist, 2022), Lorenzo Mattotti (Storie, ritmi, movimenti, 2023) e Majid Bita (Il canto del dolore, 2023).

La mostra è accompagnata da un ricco public program curato dalla sezione Attività Educative e Public Engagement della Fondazione Brescia Musei, che propone un’ampia offerta di attività destinate ad adulti, famiglie con bambini e alle scuole di ogni ordine e grado della provincia.

Oltre alle visite guidate alla mostra, in programma ogni domenica alle ore 11.00, il calendario include visite speciali condotte dalla curatrice Ilaria Bignotti e le “Specialissime visite”, appuntamenti straordinari durante i quali il pubblico sarà guidato, di volta in volta, da uno dei tre figli di Guido Crepax – Antonio, Caterina e Giacomo – per un percorso che intreccia l’arte e la biografia dell’autore, tra aneddoti personali e racconti di famiglia, offrendo uno sguardo unico e coinvolgente sulla figura dell’artista e sull’uomo dietro il mito.

La mostra è fruibile anche attraverso un’audioguida gratuita, in cui sono gli stessi curatori a condurre i visitatori lungo il percorso espositivo, offrendo approfondimenti e racconti inediti sull’opera e sulla figura di Guido Crepax.

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