sabato 27 Luglio 2024

Onore al Monte Semo

Brescia – Riguardo la parola “semo”, c’è poco da dubitare, circa il suo significato, per via del suo coincidere con un ancora invalso epiteto gergale.

“Semo”, in bresciano, sta a scemo, fuori di dubbio e di coscienza, al di là, cioè, di ogni ragionevole e pure etica cornice concettuale di semantica quintessenza.

Curioso, se si vuole, il rilevare che, nella medesima terra bresciana, sia vigente, in toponomastica, una via che, parimenti, recita “via monte Semo”.

A quanto pare, l’una, sta all’altra titolarità nominale, alla quale, reciprocamente, si pone in un’evidente corrispondenza sostanziale.

In altre parole, se ce ne fosse bisogno il dire altrimenti, il nome di questa via sembra tratto da un monte che, a sua volta, pare confondersi, in tutto, con quello della via che ne sfoggia l’appellativo, quale connubio implicito di una dedicazione argomentata ed approvata in debita sede istituzionale, dove si era, a suo tempo, formalmente ritenuto di applicare una scelta, ispirata a criteri che ne hanno esplicitato tale investitura nominale.

Monte Semo, pare che sia tutta una zona, come potrebbe individuarsi a contrada significativa di una porzione di territorio della periferia di Lonato del Garda, con, in discreta lontananza, la visuale dei più caratteristici contorni architettonici del centro storico cittadino, rappresentati, fra l’altro, dal cupolone della basilica e dalle merlature della torre civica, ravvisabili entro quell’orbita visiva che ne sintetizza l’emblematicità in una formula simbolica di condivisibile paradigma civico.

Via monte Semo non è una viuzza, ma, in un protrarsi serpiginoso, anche altalenandosi fra differenti punti di quota, si esplica lungamente, fra agglomerati di case, campi coltivati, vitigni, cascinali, rasentando tutto un tratto non indifferente di quei molti metri quadrati che, con tanto di filo spinato, hanno l’accesso precluso, per essere dedicati ad una rigogliosa forestazione, entro estesi perimetri privati.

Il ciuffo di questo bosco, arruffato nella vegetazione che si protende al cielo, si erge da un’altura, quasi contribuendo a rimarcare il nitido rilievo di una collina, propria del configurarsi a monte dominante di una gibbosità naturale, come anche ponendosi ad ingombro di quella preponderante prospettiva che contiene il colpo d’occhio più ampio di via monte Semo, potendosi osservare il suo districarsi dalla via San Tomaso che vi è collegata, innestandosi a quest’altra strada nella prosecuzione di una uniformità territoriale, quale ulteriore sezione degli insediamenti in zona che, di questa parte di Lonato del Garda, vi si pongono a prerogativa.

Prerogativa, fra l’altro, di una chiesa seicentesca, dedicata al santo stesso, all’apparenza senza che appaia chiaro quale sia, fra i vari Tomaso del martirologio romano, quello considerato da questo edificio di culto, alla stregua di “monte Semo” che, rimanda, a ciò che di tale propria dedicazione, può comprensibilmente prestarsi a ricerca, oltre la segnaletica toponomastica verticale, di un nesso d’attribuzione da focalizzare.

Semo, si sa, anche consultando l’Enciclopedia Bresciana, che sia, in altri luoghi, un torrente in Valle Camonica, come, pure, pari fonte, che risulti, pure, come il nome di un antico dio del popolo dei Celti, nella versione di “Semo sancus” fra quelle popolazioni locali che i Romani avevano dovuto anche fronteggiare nella loro espansione militare.

“Montesemo”, appare scritto tutto attaccato, nell’accennata opera editoriale ove se ne reputa l’origine, impressa dall’appellativo in questione, al dialetto arcaico, per la voce “Shèm”, pari a cima.

Luogo, situato nel sud est di Lonato del Garda, a ridosso della frazione di San Tomaso, ed in stretta prossimità anche con la ramificazione stradale che conduce al misterioso sito di preghiera della “madonna di San Polo”.

A tale recapito conduce il cartello direzionale, “Maria Mediatrice e Dispensatrice di Grazia”, la cui sede appare, quando si pensa che, passando dall’asfalto allo sterrato, forse non ci sia più nulla di strutturato da poter osservare, mentre la sorpresa è, al di là da come la si veda, molta, quando si concretizza, sul posto, una poderosa sequenza di solidi manufatti mariani, per la qual mistica devozione, anche “via monte Semo” si esplica a tratteggiarne parte dell’incombente panorama suggestivo che, alla vasta area collinare per Maria Santissima, si manifesta ogni giorno, come frutto ultradecennale di una feconda iniziativa mistica locale.

Note sull'autore

LucaQuaresmini
LucaQuaresmini
Ha la passione dello scrivere che gli permette, nel rispetto dello svolgersi degli avvenimenti, di esprimere se stesso attraverso uno stile personale da cui ne emerge un corrispondente scibile interiore. Le sue costruzioni lessicali seguono percorsi che aprono orizzonti d’empito originale in sintonia con la profondità e la singolarità delle vicende narrate.

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