venerdì 26 Aprile 2024

Segni di Cura

Verona. Il progetto espositivo di Maïmouna GuerresiSegni di Cura” alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, dal 14 febbraio al 7 aprile, unisce in una riflessione ampia e trasversale due iniziative: Verona in Love e la Giornata Internazionale della Donna.

Maimouna-Guerresi_Stilita-Khadija_Courtesy-Mariane-Ibrahim

A partire dai concetti di amore e di rispetto per l’altro, da un punto di vista sociale e culturale, la mostra Segni di Cura mette in luce, già dal titolo, la volontà di ripensare con maggiore consapevolezza i temi cardine delle due ricorrenze. L’amore viene narrato come sentimento universale, volto a prendersi cura di qualcosa o di qualcuno, nel rispetto dell’unicità e della libertà di ogni singolo individuo.

Per queste ragioni l’artista scelta è Maïmouna Guerresi, fotografa e scultrice Italo-senegalese, la cui pratica artistica si declina attraverso i linguaggi della fotografia, della scultura e della video installazione, concentrando la propria poetica intorno alle tematiche della femminilità e dell’armonia tra differenti culture, attraverso una personalissima sensibilità spirituale ed estetica. Atmosfere sospese mettono in dialogo figure umane avvolte da eleganti cromatismi e simboliche gestualità, recuperando metafore visive dell’interiorità umana come il latte, la luce, gli alberi, i segni arcaici.

Il progetto espositivo è stato seguito dalle operatrici del Servizio Civile Universale della Galleria d’Arte Moderna Achille Forti e del Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri, Giuditta Belloni, Elisabetta Tosti, Angelica Rivetti ed Elisa Panza con le specifiche tutor Patrizia Nuzzo e Carla Avanzini, in collaborazione con Isabella Brezigar.

L’iniziativa prende forma nella Sala Scacchi della Galleria d’Arte Moderna attraverso un percorso espositivo caratterizzato da immagini segniche dominate dalle cromie del bianco, simbolo di purezza e rinascita, che illuminano lo spazio e si raccolgono attorno a un monumentale elemento scultoreo (Kunta, 2003), opera in collezione GAM, il quale si fa portavoce delle istanze di un femminile universale.

Due video accompagnano la mostra: Rûh (2020) e Oracles (2007), quest’ultimo con un accento rosso, simbolo di solidarietà, “rompe” la verginità cromatica dello spazio, stimolando una riflessione sulla violenza di genere.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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