venerdì 29 Marzo 2024

Torbole Casaglia, la memoria storica di Papa Sarto

Solitamente, un manufatto del genere è all’esterno della struttura dov’è collocato.
Qui, invece, a Casaglia, frazione tutt’uno con il proprio Comune di Torbole, il bassorilievo lo si può scorgere solo all’interno della locale scuola Materna paritaria.

Frequentata sede formativa, per i discenti della maggior tenera età, che sfoggia una notevole testimonianza marmorea, dedicata proprio a colui il quale la stessa funzionale realtà, sociale e ricettiva, è dedicata.

Si tratta di Pio X, papa santo, che della propria persona, scherzando, pare abbia pure ribattuto, a chi lo chiamava con il titolo da cerimoniale di “Santo Padre”, che lui era Sarto più che santo, alludendo al proprio cognome, essendo che al battesimo era Giuseppe Melchiorre Sarto.

Originario del trevigiano, dove era nato nel 1835, nell’allora Lombardo-Veneto in seno all’Impero d’Austria, si era distinto in quella giovanile vocazione al sacerdozio che lo aveva portato a diventare, dopo anni di servizio pastorale e di incarichi in aderenza ad un ruolo di prim’ordine nella comunità ecclesiale, sia vescovo di Mantova che, in seguito, patriarca di Venezia, dalla quale importante città era, infine, transitato a Roma, al vertice della Chiesa Cattolica, dopo il conclave del 1903, passando a miglior vita nel 1914, dopo undici anni di pontificato.

A lui, la popolazione di Casaglia, ha dedicato, vari decenni fa, quello che una volta si chiamava asilo, termine praticato senza fare torto ai subentrati appellativi che ne hanno scalzato la tradizionale portata di una spiccia individuazione, per evolversi in un appellativo che vuol farsi evocativo di una rivisitata e complessa ridefinizione.

San Pio X lo si trova anche in un altare laterale, affacciato all’unica navata della chiesa attigua, mediante l’inserimento di un medaglione, recante la sua effige, quale ritratto tradizionale che appare, invece, marmoreo all’apice della lapide accennata che si situa in una posizione dominante sul passaggio cruciale del vano scale che collega il piano terra, con il secondo, della scuola d’Infanzia parrocchiale, nel suo collegamento di quota principale.

Una volta assicurati, in sicurezza, i passi ai gradini, lo sguardo può porsi, durante il progredire del salire o del discendere la scala con corrimano, ad osservare questa diafana e lucida superficie, collocata sul muro in verticale, che trasuda di storia, dal momento che, in particolar modo alle giovani generazioni, dettaglia l’impronta di una spontanea sottoscrizione corale, manifestata a favore di una memoria collettiva, ispirata ad una figura universale, verso la quale porre l’orientamento di una adesione valoriale e spirituale.

Nota è la pietra miliare del testo del catechismo, non per nulla, conosciuto come il “catechismo di san Pio X” del 1905, valido strumento efficace di apprendimento, quando, in una concreta sequenza di domande e di relative risposte correlate, si snocciolavano le verità eterne, senza, per questo, ritenere di limitare il campo a quella mistica e, forse male intesa, complessità verso il divino ineffabile che, alla fine, in tale scrupolosa desistenza nell’assecondarne l’immensità, non porta nemmeno a quella conoscenza di base che tale catechismo, invece, molto egregiamente, poneva a risultato, con la complicità di un metodo mnemonico, raggiungibile fra interrogativo e soluzione, in modo da strutturare la solidità di una impalcatura di fede, assicurata ai dogmi ed alla tradizione.

Un nesso, fra contenuto e comunità dei credenti, in merito al quale pare che non abbiano avuto dubbi a Casaglia, nel realizzare questa grande lapide, all’ombra del campanile, nel contesto dove, all’interno dell’attuale scuola d’Infanzia “San Pio X”, si accompagna, insieme all’edificio della chiesa ed alla canonica, l’oratorio comunicante ed i relativi ambiti sportivi e ricreativi, in capo ad una bella parrocchia, adagiata fra i campi della pianura bresciana che è sfiorata dal traffico principale della strada orceana e da un reticolo di contatti viari, non meno, ormai, impattanti, come quello, non da qui distante, che sembra portare in ogni dove, nel collegare il territorio con Montichiari e le porte del Garda, piuttosto che con la periferia di Brescia e la Valtrompia, fino alla rapidità dei rettilinei che conducono a quella parte di ponente che verte, in breve tempo, addirittura sul capoluogo di regione.

Il manufatto papale ripercorre lo stile di una pubblica elargizione, fattualmente commemorativa dell’iniziativa benefica che ha avuto alle radici stesse della propria concreta soluzione.

All’apice del marmo, bene infisso nella parete dove è incassato, si distingue il bassorilievo con l’immagine del volto di San Pio X, con la scritta “S. Pius X 1957”, mentre, quasi fosse un lenzuolo cascante, discende il liscio dello spazio di una più estesa dimensione di rappresentazione, dedicata all’epigrafe di una eloquente tripartizione perenne, rispettivamente, intercorrente fra benefattori insigni, sostenitori e amici.

Nella prima specificità di una benefica attinenza, si legge “Michelini Argento in memoria del genitore Marino”, nella seconda, incolonnata in mezzo a quella accennata che la precede ed a quella che, diffusamente, le si pone accanto, si leggono, invece, dei tali Bettoni Giovanni, Alghisi Paolo, Iole e Lidia Verza in memoria di mamma Teresa e pure di Libero e Nice Chinosi in memoria dei cugini Michelini, mentre la sequenza più articolata, che completa, in assetto verticale, l’intera superficie a disposizione, comprende Bettoni Letizia in memoria dei cari genitori, Fioletti Luigi in memoria dei propri cari defunti, Sagonti Urbano, Volpi Laura in Bettoni, Sala Pietro, Amministrazione Comunale, le sorelle Falappi in memoria dei genitori Luigi e Maria, Malaguzzi Virginia in memoria del marito Michelini Alfredo, Zampedri Angelo e Aldo, sorelle Michelini in memoria dei genitori Alfredo e Virginia, Michelini Giuseppina in memoria del genitore Vigilio, Nice Chinosi in memoria dei cugini Michelini e mogli, Nice Chinosi di Soresina in memoria Michelini Alfredo e Virgilio.

Sopra tutte queste lapidarie esplicitazioni di identità, aggrappate al proprio nome, ciò che esorbita da questi meritori esempi di una elargizione, sembra potersi scorgere ancora sulla lapide stessa che, fra l’altro, storicamente testimonia un significativo nesso di devozione con san Pio X, come non dio frequente risulta emergente in provincia di Brescia, andando la stessa pietra a rinnovare diuturnamente quanto reca in quella epigrafe, a caratteri cubitali, che è incisa sotto l’effige di questo pontefice, d’umile origine, nel farsi contenuto e motivo ispiratore di una comunitaria condivisione: “La popolazione di Casaglia sensibile alle esigenze giovanili fedele alle direttive della Chiesa con generoso sacrificio ha voluto questa casa per la propria figliolanza come mezzo efficace di sana educazione religiosa morale e civile affidandola al paterno sorriso ed alla benevola protezione del Santo Papa”.

Note sull'autore

LucaQuaresmini
LucaQuaresmini
Ha la passione dello scrivere che gli permette, nel rispetto dello svolgersi degli avvenimenti, di esprimere se stesso attraverso uno stile personale da cui ne emerge un corrispondente scibile interiore. Le sue costruzioni lessicali seguono percorsi che aprono orizzonti d’empito originale in sintonia con la profondità e la singolarità delle vicende narrate.
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