giovedì 5 Dicembre 2024

Un insolito festival: Fumetto da marciapiede

Ome, Brescia. “Ci piacciono le cose insolite e ogni anno cerchiamo nuove visioni, nuove collaborazioni e nuove emozioni. Siamo consapevoli dei nostri limiti, ma piuttosto che rimanere fermi, cerchiamo di elaborare idee che portino il fumetto e l’illustrazione a diventare una possibilità di “leggere”, “vedere” e interpretare il mondo.” Parole che esprimono l’idea artistica di Pietro Arrigoni, geniale regista a cui basta un gessetto e un angolo di marciapiede per realizzare un festival, dare vita a quell’angolo artistico, ancestrale, che dimore in tutti noi.

Il borgo di Ome, nel cuore della Franciacorta, accoglie l’edizione del Festival del Fumetto da Marciapiede, in programma sabato 31 agosto e domenica 1 settembre, presso il prestigioso Borgo del Maglio.

Insolito festival, insolito titolo: “La Schiena”. Due giorni aperti ad artisti, veri o improvvisati, che vorranno disegnare su tela un fumetto, un’illustrazione o scarabocchio da esporre su un cappotto o kimono.

Cappotto o kimono perché nel solco delle precedenti edizioni prosegue la scoperta della cultura giapponese, all’interno del percorso avviato negli anni scorsi per il gemellaggio con la cittadina di Ome a Tokyo. Lo scorso anno il Festival del Fumetto da Marciapiede ci ha portato a scoprire l’Oriente, con continui e inaspettati rimandi tra le due culture che, pur così distanti e apparentemente imparagonabili, si sono rivelate più legate di quanto si pensa.

Quest’anno la creatività del direttore artistico Pietro Arrigoni porta oltre, avanti come sempre: il cappotto e il kimono saranno la tela di fumettisti e sarti che regaleranno ai partecipanti sorprese incredibili.

L’anno scorso erano i fumetti su scarpe e lamiera, quest’anno saranno cuciti sulla schiena del cappotto e del kimono, rigorosamente abiti riciclati. La schiena è la parte più estesa del corpo, con la quale l’uomo intrattiene da sempre un rapporto equivoco ed enigmatico. Vestita o spogliata, la schiena rappresenta un elemento essenziale della nostra silhouette, uno strumento di seduzione così come un motivo di pudore, qualcosa da venerare o profanare, da accarezzare o da fustigare, da liberare o contenere fino ai limiti più estremi. Questi abiti diventano “pareti espositive” democratiche, creative e rivoluzionarie che permettono alla persona un modo di avvicinarsi all’immagine, come se il fumetto o l’illustrazione includesse al suo interno il codice per accedere al suo segreto.

A suggellare la filosofia del Festival l’incontro inatteso tra due mondi, due culture, due linguaggi artistici: il Cappotto occidentale e il Kimono orientale. Due artisti, Mitsuyasu Hatakeda e Francesco Levi, si confrontano e si congiungono nella circolarità della stoffa, che si trasforma in disegno, segno, traccia. Un dialogo tessuto, ancorato al filo, ma aperto alla libertà dell’immaginazione.

 

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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