Rovigo – Il Teatro Sociale presenta la Stagione 2025/26, con l’evento “Sotto il Cielo di Rovigo – Cult, dove il cuore rimane giovane”, con un cartellone che intreccia tradizione e innovazione, confermandosi ancora una volta fulcro culturale del territorio e terzo polo lirico del Veneto.
La nuova Stagione Teatrale è un appuntamento atteso che si preannuncia ricco di emozioni, novità e grandi nomi della scena teatrale italiana e internazionale.
Un teatro vivo, inclusivo e aperto, che racconta la cultura come bene comune e volano di sviluppo sociale ed economico. Siamo orgogliosi di sostenere e promuovere una stagione che valorizza il talento, la bellezza e la partecipazione, nel segno di una visione culturale condivisa e lungimirante.

Il teatro presenta un programma che si inserisce nel percorso del triennio artistico guidato da Edoardo Bottacin, celebrato anche dalla presentazione del nuovo logo istituzionale, simbolo di identità e visione condivisa.
Il cartellone si articola in un ampio ventaglio di proposte che spaziano dalla lirica alla prosa, dalla sinfonica al jazz, senza dimenticare danza e progetti speciali. La 210ª Stagione Lirica porta sul palcoscenico nuove produzioni e prime assolute legate al filo conduttore del “Controcanto, storie fuori spartito”, mentre la prosa privilegia i grandi testi della letteratura teatrale e i loro interpreti più autorevoli. La sinfonica e concertistica completa il percorso triennale dedicato ai capisaldi della musica per solista e orchestra, affiancando star internazionali a giovani talenti emergenti, e la sezione Jazz e dintorni continua ad aprire il teatro alle contaminazioni con eventi che uniscono linguaggi diversi. Accanto a queste sezioni principali, un ricco calendario di iniziative collaterali, laboratori e attività divulgative ed educational rafforza il legame del Teatro Sociale con la città e con le nuove generazioni.
La 210ª Stagione Lirica ruota attorno al tema del “Controcanto, storie fuori spartito”: personaggi ribelli, enigmatici, poetici, che deviano dalla melodia principale e scompigliano le regole del gioco. Ad aprire il cartellone è stato Mozart e il suo Così fan tutte, assente da Rovigo da venticinque anni.
A novembre arriverà Cin Ci Là (28 e 29 novembre) l’operetta, che quest’anno compie cento anni, sarà diretta da Alberto Orlandi con la regia di Corrado Abbati, regista che ha fatto di questo genere musicale teatrale il fulcro della sua attività, portandola sui palcoscenici di tutta Italia.
Dicembre sarà dedicato a L’occasione fa il ladro (12 e 14 dicembre), diretta da Elisabetta Maschio e messa in scena da Anna Cuocolo, con scene e costumi di Matteo Corsi, vincitore del Concorso Internazionale Gabbris Ferrari. Un nuovo allestimento nell’ambito del progetto Fucina del Teatro Sociale di Rovigo, in coproduzione con il Conservatorio Francesco Venezze di Rovigo.
Il nuovo anno si aprirà con Carmen di Bizet (30 gennaio e 1 febbraio), una delle opere più amate e popolari del repertorio, che nel 2026 celebra il 150° anniversario dalla sua prima esecuzione. Sul podio Marco Angius, direttore musicale dell’Orchestra di Padova e del Veneto, apprezzato a livello internazionale per l’attenzione al repertorio contemporaneo ma anche per la capacità di rileggere i grandi capolavori della tradizione. La regia e le scene portano la firma di Filippo Tonon, regista e scenografo che ha portato la sua visione su palcoscenici europei, Caterina Piva, voce emergente della nuova generazione italiana; accanto a lei il tenore francese Jean-François Borras, ospite abituale di teatri come il Metropolitan di New York e l’Opéra di Parigi (alternato a Paolo Fanale), Daniel Giulianini come Escamillo e il soprano Francesca Dotto, Micaela di grande sensibilità musicale.
A febbraio il Teatro ospiterà la prima italiana di Alice nel Paese delle Meraviglie di Pierangelo Valtinoni (20 e 21 febbraio), opera che dopo i successi in Europa e in Asia arriva finalmente in Italia. Valtinoni, compositore tra i più rappresentati al mondo nel repertorio dedicato ai giovani e alle famiglie, costruisce una partitura vivace e colorata che restituisce tutta la fantasia di Lewis Carroll, tra atmosfere oniriche e divertenti giochi musicali. La direzione è affidata a Eddi De Nadai e la regia a Tommaso Franchin, con Claudia Ceraulo nel ruolo di Alice e Caterina Dallaere come Regina di cuori. Un racconto universale che attraversa generazioni, capace di aprire nuovi orizzonti di pubblico e di confermare l’impegno del Teatro Sociale nella promozione della musica contemporanea e delle prime esecuzioni italiane.
A marzo sarà la volta de Il flauto magico (13 e 15 marzo), diretto da Massimo Raccanelli e messo in scena da Paolo Giani Cei, regista che firmerà anche scene, costumi e luci. Nel ruolo di Pamina ci sarà il soprano spagnolo emergente Aitana Sanz Perez, la Regina della Notte sarà affidata a Claudia Urru, affianco a loro Kim Hyun Jung, giovane tenore sudcoreano, interpreterà Tamino, mentre Antonio Di Matteo darà voce all’autorevole Sarastro. A completare il cast il baritono austriaco Markus Werba, interprete di riferimento per il ruolo di Papageno, che ha fatto proprio di questo personaggio uno dei capisaldi del suo repertorio mozartiano, consacrandosi tra i protagonisti più apprezzati a livello internazionale; memorabili le sue interpretazioni a Vienna e al Festival di Salisburgo.
La stagione si concluderà a maggio con un dittico di grande suggestione: La damoiselle élue di Claude Debussy e Biancadi Italo Montemezzi (8 maggio 2026), quest’ultima presentata in prima esecuzione assoluta. Nel poema lirico di Debussy, su versi di Dante Gabriele Rossetti, saranno protagoniste Hanadi Karic come recitante e Yukari Mori nel ruolo della Damoiselle. Seguirà Bianca, raro poema drammatico in un atto su libretto di Giuseppe Zuppone Strani, riscoperto grazie alla trascrizione di Marco Pasetto: un titolo che riafferma la vocazione del Teatro Sociale alla valorizzazione del Novecento italiano e delle nuove riscoperte. Sul palco Camilla Consolaro (Bianca), Hanadi Karic (Ricciarda), Giulio Putrino (Balduino) e Meng Xiaojie (il Guardaboschi). La direzione è affidata a Fabrizio Da Ros, mentre la regia, le scene e le luci portano la firma di Stefano Patarino, con i costumi di FantasiainRe. A completare il progetto il Coro e l’Orchestra del Conservatorio “C. Pollini” di Padova, guidati da Francesco Loregian, una collaborazione che intreccia produzione teatrale e formazione accademica.
La stagione di prosa, realizzata in collaborazione con Arteven, riporta al centro i grandi testi della letteratura teatrale e i loro interpreti più autorevoli, in un anno che coincide anche con le celebrazioni per il centenario della nascita di Gian Antonio Cibotto, figura centrale della cultura rodigina.
A inaugurare gli appuntamenti sarà Il gabbiano di Čechov (25 e 26 novembre 2025), con Giuliana De Sio, attrice che ha saputo attraversare cinema, televisione e palcoscenico con ruoli memorabili, diretta da Filippo Dini, regista tra i più apprezzati della sua generazione per la sensibilità con cui affronta i classici russi e la drammaturgia contemporanea.
A febbraio sarà la volta de La coscienza di Zeno di Italo Svevo (4 e 5 febbraio 2026), con Alessandro Haber, uno dei grandi protagonisti del teatro italiano, capace di fondere carisma e ironia. La regia è di Paolo Valerio per una produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, nata a Trieste – la città di Svevo – e accolta con entusiasmo dalle platee italiane.
Sempre a febbraio (10 febbraio 2026) salirà sul palco Maria Paiato, attrice di culto per l’intensità delle sue interpretazioni, protagonista di Riccardo III di Shakespeare diretto da Andrea Chiodi. Tutto il talento e la straordinaria forza dell’attrice veneta si misurano qui con uno dei grandi capolavori del teatro elisabettiano, in un progetto da lei fortemente desiderato e oggi realizzato grazie all’intesa con il regista. Lo spettacolo è una produzione del Centro Teatrale Bresciano, in coproduzione con il Teatro Nazionale di Genova, il Teatro Biondo di Palermo e il Teatro di Roma – Teatro Nazionale.
A marzo sarà la volta de Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello (7 e 8 marzo 2026), con Silvio Orlando, attore amatissimo dal pubblico, diretto da Andrea Baracco in un allestimento che restituisce tutta la forza grottesca e corrosiva del teatro pirandelliano.
Accanto a questi capisaldi arrivano due titoli “cult”: Amadeus/span>22 gennaio 2026), con Ferdinando Bruni, figura centrale del teatro di ricerca italiano, e Piccole Donne, musical in prima italiana assoluta con la regia e le coreografie di Fabrizio Angelini (14 gennaio 2026).
Completano il cartellone tre appuntamenti che arricchiscono la stagione con danza e spettacolo. Il 5 gennaio 2026 il Balletto di Milano porterà sul palco Romeo e Giulietta, celebre coreografia ispirata alla tragedia shakespeariana, costruita sulla musica di Čajkovskij: uno spettacolo che unisce rigore accademico e freschezza interpretativa, firmato da una delle compagnie italiane più apprezzate anche all’estero.
Il 2 aprile sarà la volta di The Black Blues Brothers, scritto e diretto da Alexander Sunny. Lo spettacolo, premiato come Miglior Show di teatro fisico all’Edinburgh Fringe Festival 2022, è una festa acrobatica ambientata in un elegante locale stile Cotton Club e scandita dalle musiche del film cult di John Landis. Cinque acrobati kenioti – Bilal Musa Huka, Rashid Amini Kulembwa, Seif Mohamed Mlevi, Mohamed Salim Mwakidudu e Peter Mnyamosi Obunde – trasformano il palco in un turbine di piramidi umane, limbo col fuoco, salti nei cerchi e numeri mozzafiato. Una produzione Mosaico Errante, distribuita da Circo e Dintorni, che ha superato le 1.000 repliche nel mondo conquistando oltre 650.000 spettatori.
Il 10 aprile chiuderà la sezione Le Quattro Stagioni della Compagnia Opus Ballet, coreografia di Aurelie Mounier sulle musiche di Vivaldi. Più che una trasposizione musicale, lo spettacolo è una riflessione poetica sul tempo che scorre, sui cicli della natura e dell’esistenza umana. I danzatori – Giuliana Bonaffini, Emiliano Candiago, Matheus De Oliveira Alves, Ginevra Gioli, Gaia Mondini, Giulia Orlando e Frederic Zoungla – danno corpo e respiro a paesaggi interiori e fenomeni naturali, accompagnati dai costumi di Beatrice Laurora, Isabella Fumagalli e Maia Sikharulidze. Una produzione che invita a fermarsi e ad ascoltare il ritmo segreto delle stagioni, restituendo in danza l’armonia tra uomo e natura.
La stagione sinfonica e concertistica porta a compimento il percorso triennale immaginato e fortemente voluto da Edoardo Bottacin: un itinerario che ha accostato i grandi capisaldi del repertorio per solista e orchestra alla valorizzazione delle compagini territoriali, affiancando star internazionali e giovani interpreti emergenti.
Dopo VioloncELIO, il 31 ottobre concerto del violinista Ilya Gringolts, interprete tra i più raffinati della sua generazione e noto per le sue incisioni dedicate a Bach e al grande repertorio romantico, accompagnato dall’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Michael Hofstetter.
17 dicembre sarà la volta del Messiah Filippo Maria Bressan, direttore che ha guidato compagini come l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il Maggio Musicale Fiorentino, apprezzato per la sua attenzione filologica e per la chiarezza interpretativa. Nel cast spicca il soprano rodigino Silvia Frigato, specialista del repertorio barocco che ha collaborato con ensemble come il Monteverdi Choir, accanto a Sharon Carty, Raffaele Feo e Marco Saccardin.
Concerto di Capodanno (1 gennaio 2026) sarà affidato a Giovanni Constantini con l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, presentato da Elena Filini, in un omaggio alla tradizione viennese con le celebri pagine della famiglia Strauss e brillanti ouvertures.
Quartetto di Cremona (25 gennaio), ensemble cameristico italiano di fama internazionale, premiato con l’ECHO Classic Award e ospite regolare delle più prestigiose sale da concerto, con un programma che include Wolf, Debussy e il Quartetto La morte e la fanciulla di Schubert.
19 aprile 2026 approderà al Sociale Kian Soltani, violoncellista tra i più richiesti della sua generazione, interprete carismatico del Concerto di Dvořák, accompagnato dall’Orchestra dell’Arena di Verona diretta da Nicolò Foron, giovane che, dopo la vittoria al Concorso Donatella Flick, ha già diretto la London Symphony Orchestra e numerose compagini europee.
Jessica Pratt (24 aprile 2026), soprano australiano considerato una delle interpreti di riferimento del belcanto, con un programma dedicato a Rossini, e il concerto del pianista Yoav Levanon (10 maggio 2026), giovanissimo artista Warner Classic salutato dalla critica internazionale come una delle promesse più luminose della scena pianistica.
Il Teatro Sociale conferma anche quest’anno la sua apertura alle contaminazioni con un programma che unisce jazz, crossover e grandi omaggi musicali.
Si parte con la 9ª edizione del Premio Marco Tamburini (19 dicembre), che rende omaggio al grande trombettista rodigino e continua a valorizzare giovani solisti jazz italiani ed europei, mantenendo vivo il legame tra Rovigo e una delle figure più importanti della scena jazzistica contemporanea.
Il 21 dicembre il palco del Sociale accoglierà Symphonic Queen, spettacolo che fonde orchestra sinfonica e rock band per celebrare le immortali canzoni di Freddie Mercury e dei Queen, un evento che negli anni ha conquistato platee in tutta Europa.
Il 17 gennaio sarà la volta dell’omaggio a Franco Battiato e Giusto Pio, concerto che intreccia l’intensa voce di Giulio Casale con l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta: un viaggio tra le pagine più poetiche e visionarie di due protagonisti della musica italiana.
Il 17 febbraio, in occasione del Martedì Grasso, la città si trasformerà con Eu te amo Samba, una giornata-evento che intreccia musica, danza e cinema. Dal laboratorio di percussioni A scuola di samba al Ridotto, alla parata in centro storico con la marching band Bloko Intestinhao, fino all’aperitivo brasiliano e alla proiezione del documentario Il sale della terra di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado, l’iniziativa porterà lo spirito festoso del carnevale carioca nel cuore di Rovigo.
L’8 febbraio sarà protagonista Raphael Gualazzi, apprezzato pianista, cantante e autore capace di fondere jazz, blues e sonorità soul in uno stile unico, che lo ha portato dal Festival di Sanremo al palco dell’Eurovision e a tournée internazionali.
Chiuderà la sezione Jazz all’Opera (22 aprile), progetto che vede protagonisti la Venezze Big Band e il clarinettista Gabriele Mirabassi, tra i più interessanti interpreti italiani del jazz contemporaneo, in un concerto che mescola la libertà improvvisativa del jazz con suggestioni e atmosfere del repertorio operistico.
Il Teatro Sociale conferma la sua vocazione a farsi luogo di incontro e di sperimentazione con un ampio capitolo di progetti speciali.Si rinnova l’appuntamento con A tu per tu con la lirica… con gelato all’opera, ciclo di incontri che accompagna le nuove produzioni attraverso conversazioni divulgative arricchite dalle creazioni del maestro gelatiere Elio Palmieri: un modo originale e conviviale per avvicinare il pubblico ai segreti delle opere in cartellone.
Con Una città all’opera, Rovigo si trasforma in un palcoscenico diffuso: il centro storico dialoga con la prima della stagione attraverso vetrine, menù e iniziative ispirate all’opera inaugurale. Gli approfondimenti proseguono con il ciclo Le storie dietro la storia, incontri al Ridotto che uniscono studiosi e giornalisti per indagare i temi legati ai titoli in cartellone.
Particolare rilievo avrà “Influopera torna a casa”, il primo convegno nazionale dedicato ai cultural content creator che si occupano di classica, teatro e opera organizzato da Valentina Anzani e OperaMeet e sostenuto dal Teatro Sociale di Rovigo. Si terrà nel febbraio 2026 al Ridotto del Teatro Sociale, in occasione della prima assoluta di Alice nel Paese delle Meraviglie. L’iniziativa celebra Rovigo come luogo d’origine del progetto Influopera da cui è nata una rete di giovani professionisti oggi attivi in tutta Italia. I partecipanti delle prime edizioni, oggi social media manager, divulgatori e consulenti culturali, saranno invitati a raccontare i loro percorsi e a confrontarsi sul futuro della comunicazione digitale nelle arti performative. Un’occasione per riflettere su come si costruisce una professione a partire da un’intuizione collettiva.
Tra le iniziative si conferma anche la Fucina del Teatro Sociale, laboratorio permanente che coinvolge giovani attori, musicisti, tecnici e creativi in un percorso di formazione e produzione. Un vero e proprio incubatore di talenti che mette in dialogo generazioni diverse e crea occasioni concrete di crescita professionale, contribuendo a costruire il futuro del teatro attraverso esperienze condivise e sperimentazione sul campo.
Infine, le giornate di Operadays (23 e 24 maggio 2026) apriranno al pubblico i laboratori di scenografia e sartoria di San Sisto a Sant’Apollinare, cuore pulsante del lavoro artigianale che dà vita alle produzioni del Sociale. Due giorni di visite guidate gratuite che sveleranno il dietro le quinte del teatro, dal bozzetto alla scena compiuta.

