venerdì 1 Novembre 2024

Giuseppe Rivadossi, sculture recenti

Brescia. Da falegnameria ad officina creativa, dove il legno è materia artistica che ammalia, affascina la mani di Giuseppe Rivadossi, bresciano, nato a Nave a nord della città, dove vive e da vita al suo atelier conosciuto in tutto il mondo.

La Galleria dell’Incisione è lieta di presentare sabato 18 maggio una mostra dedicata alle
sculture recenti di Giuseppe Rivadossi, figura di spicco della scultura contemporanea, la
cui importanza è stata celebrata attraverso innumerevoli mostre organizzate in tutto il
mondo. La mostra rimarrà aperta sino al 10 luglio.

A quasi cinquant’anni anni dalla sua prima personale del 1975 in galleria, saranno esposte una ventina di opere realizzate negli ultimi due anni in legno, bronzo e gesso. L’approdo a queste forme geometriche e il loro approfondimento rappresentano la sintesi di un aspetto tra i più iconici della produzione dell’artista. “L’arte per me non è il frutto di ricerche, ironie o provocazioni come oggi in gran parte avviene, ma è un canto alla vita e all’amore, è un riconoscere l’esistere nella sua umanità e nel suo infinito mistero.”

Giuseppe Rivadossi pratica la scultura fin dalla giovane età: nel 1949 si allontana per la prima volta, da solo, da Brescia per incontrare Manzù a Milano. Nel 1960 circa, avendo maturato già una sua esperienza, sia della falegnameria, che del fare scultura, e non volendo accodarsi all’assurdo sistema “produzione-consumo” che stava nascendo, inizia una sua personale attività rivolta a definire gli spazi e le strutture dell’habitat, secondo una visione di razionalità e di poesia. Seguendo la grande lezione dell’arte e della carpenteria medioevale rinascimentale, oltre che dell’architettura dei grandi maestri del nostro tempo come Alvar Aalto, Mies Van Der Rohe, andò riscoprendo e mettendo a punto, attraverso il materiale legno, strutture destinate all’abitare, definite secondo una sempre più misurata essenzialità pratica e poetica. Queste strutture, secondo Giuseppe, al servizio della quotidianità, devono favorire anche un buon rapporto e una riconciliazione con la vita. In questo senso l’ambiente deve essere considerato il fondamentale fatto della comunicazione umana.

…“nello spazio dell’uomo dobbiamo ritrovare anche la visione della nostra umanità e della nostra cultura...”.

Nel 1970 inizia per Rivadossi una stagione espositiva a Milano e nelle principali città
italiane, grazie all’attenzione di importanti galleristi come Renato Cardazzo (Galleria del
Naviglio) e Alfredo Paglione (Galleria 32). Nel 1980, il suo lavoro viene documentato per la prima volta in una grande mostra alla Rotonda della Besana di Milano, con presentazione
dello storico dell’arte Gianfranco Bruno e catalogo Electa. Nascono così le grandi Custodie, le Madie, tutte quelle immagini che sono la nota distintiva dell’intuizione di Giuseppe Rivadossi: l’immagine è sempre un archetipo in cui la persona può riconoscersi e scorgere tracce della verità che la costituisce. Le mostre non distolgono Giuseppe Rivadossi dal continuare nel frattempo l’attività scultorea, seguita con grande attenzione dagli scrittori Giovanni Testori e Roberto Tassi.

Nel 1995, con una personale alla Compagnia del Disegno di Milano, Giuseppe Rivadossi
continua l’attività espositiva di opere di scultura in legno, pietra, bronzo. Seguono le
personali al Palazzo Comunale a Cesena, alla Galleria d’Arte Michelangelo a Pietrasanta
e Antologia a Monza. Giuseppe Rivadossi è anche presente nella Fiera dell’Arte di
Bologna e Milano con le Gallerie Niccoli di Parma e ArteBergamo di Bergamo.

Le opere dell’atelier Rivadossi sono presenti in varie collezioni, tra le quali quella del MoMA di New York, nella collezione Tamajo in Mexico City, nello Shard di Londra e a Shanghai. Oggi in questa piccola bottega Giuseppe Rivadossi lavora con i figli, utilizzando il nuovo marchio “Habito”, alla elaborazione di nuove architetture che portino in sé la consapevolezza della appartenenza dell’uomo al mistero della creazione.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.
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