venerdì 19 Aprile 2024

Il mio purgatorio. Dante profeta di speranza

Verona. Conduce sulla montagna del Purgatorio la mostra multimediale “Il mio Purgatorio. Dante profeta di speranza, visitabile dal 1° aprile al 31 maggio negli esclusivi spazi di Castel San Pietro, a Verona. L’imponente edificio ottocentesco che domina dall’alto la città, oggi proprietà di Fondazione Cariverona, ospita un evento tanto importante quanto originale: il viaggio di Dante Alighieri tra le sette balze del Purgatorio. Parole, video e suoni in un dialogo tra passato, presente e modernità che continua ad avere per protagoniste le giovani generazioni. Per tradurre in riflessioni e in immagini le cantiche del Sommo Poeta, anche quest’anno fondamentali sono i contributi del saggista e pedagogista Franco Nembrini come curatore e dell’illustratore Gabriele Dell’Otto.

“Vale la pena fare la fatica di leggere Dante?”, è la domanda posta da Nembrini che resta a fondamento del progetto triennale di Rivela. “Ne vale la pena – risponde – se si parla con lui, cioè se si entra nella letteratura con le proprie domande, i propri drammi, il proprio interesse per la vita. Allora, improvvisamente, Dante parla e risponde. Parla al nostro cuore, alla nostra intelligenza, al nostro desiderio. Un dialogo che una volta cominciato dura tutta la vita”. In questo senso Dante è “Profeta di speranza”, interlocutore credibile e contemporaneo: prima tra i gironi dell’Inferno, adesso tra le balze del Purgatorio, lungo un percorso che è anche dell’anima.

Crescita, che ha per protagonisti i giovani: dal centinaio di studenti coinvolti nel 2022, a vestire i panni di “moderni Virgilio” sono ora 120 ragazzi del triennio delle scuole secondarie di secondo grado, i quali, grazie all’attività dei PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento), sono stati formati sui contenuti delle mostre, per poterle presentare ai coetanei e a tutti i visitatori. Dai 10 del 2022, salgono a 14 gli istituti presenti, di Verona e Desenzano del Garda.

L’esposizione ha poi un’attenzione particolare alle TIC (Tecnologie per l’Informazione e la Comunicazione) legate al mondo della formazione. L’Università Iusve di Verona cura, con un gruppo di studenti, la comunicazione sui social-media dedicati all’evento. Inoltre, ritorna come guida d’eccezione NAO, il robot umanoide programmato dagli studenti dell’istituto veronese Alle Stimate con tutte le articolazioni di un essere umano e sensori che, grazie all’Intelligenza Artificiale, lo rendono capace di dare feedback emotivi e spiegazioni sui contenuti della rassegna.

L’esposizione si sviluppa su una superficie di 500mq e, nel percorso espositivo, saranno messi in evidenza alcuni ritrovamenti emersi con i recenti scavi archeologici. Il visitatore si trova ad ascendere la montagna del Purgatorio, in un percorso multisensoriale fatto di proiezioni di immagini, video e suoni. I cortometraggi sono realizzati da Mosaiko, con mons. Martino Signoretto, e i suoni della Cappella Musicale della Cattedrale di Verona, diretta da Giovanni Geraci.

Sono 33 le tappe, scandite da altrettante illustrazioni a corredare approfondimenti e riflessioni. Delle tre cantiche della “Divina Commedia”, il Purgatorio è quella che più facilmente possiamo sentire nostra. Rimanda alla domanda drammatica da cui tutto il cammino del Purgatorio muove: si può ricominciare? Il male c’è, ma davvero è l’ultima parola? La stessa domanda la pone Nicodemo a Gesù: “Come può un uomo nascere quando è vecchio?” (Gv 3,4). La risposta è lapidaria: “Dovete rinascere dall’alto” (Gv 3,7). Vale a dire: da soli non è possibile, occorre qualcuno che ci risollevi; serve un gesto di misericordia.

A reggere tutta l’architettura del Purgatorio è la parola-chiave misericordia, perché esprime la natura di Dio. Ma ci sono altri termini che aiutano a capire perché la seconda cantica dantesca è quella in cui più facilmente possiamo immedesimarci. Il Purgatorio è anche la cantica del tempo, del cambiamento possibile, in cui rinascere e ricominciare.

Nel presente, poiché il passato non c’è più e il futuro deve ancora arrivare. Il Purgatorio è il luogo della pazienza: di Dio, che dà il tempo di comprendere; e degli uomini, perché imparino a non lasciarsi abbattere da errori, fallimenti, ricadute. Le ultime parole di Virgilio a Dante, il congedo del maestro dal discepolo, sono l’affermazione della conquistata libertà (Purg. XXVII, vv. 139-142): “Non aspettar mio dir più né mio cenno; libero, dritto e sano è tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch’io te sovra te corono e mitrio”. Il Sommo Poeta è libero: non è più schiavo di circostanze o istinti, ma è capace di giudicarli e viverli alla luce del proprio desiderio più vero.

Parte integrante dell’evento è l’opera “El Dante”, realizzata dallo scultore Adelfo Galli. È la raffigurazione di un uomo stupito, travolto e commosso dall’incontro con Beatrice, tanto da cambiare la coscienza che ha di se stesso e di tutta la realtà.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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