giovedì 2 Maggio 2024

Il Pugile e la Vittoria

Brescia. Il Pugile e la Vittoria, ovvero il Pugilatore in riposo e la Vittoria Alata di Brescia, due straordinari bronzi di età ellenistica e romana, entrambi protagonisti di recenti valorizzazioni e restauri epocali, saranno esposti per la prima volta insieme a Brescia, nel Capitolium di Brixia. Parco archeologico di Brescia romana.

Un ambizioso progetto che si sviluppa in occasione dei 200 anni dall’inizio degli scavi bresciani, la memorabile campagna ottocentesca che portò alla luce uno dei patrimoni archeologici di maggior rilievo nell’Italia settentrionale. Il progetto espositivo è la “punta di diamante” di Brescia Capitale italiana della Cultura per la stagione estiva 2023.

La mostra aprirà al pubblico il prossimo 12 luglio sino al 29 ottobre e sigla la significativa collaborazione inter istituzionale tra i due Musei, quello romano Museo Nazionale Romano e quello bresciano Fondazione Brescia Musei. Il Pugile e la Vittoria costruisce l’ideale legame tra il patrimonio archeologico dell’Urbe, unico al mondo, e quello Brescia, la Brixia latina, oggetto di un esemplare programma di valorizzazione e riqualificazione che Fondazione Brescia Musei ha intrapreso con l’installazione della Vittoria Alata nel nuovo Capitolium disegnato da Juan Navarro Baldeweg. Ed è proprio a lui che i due Musei hanno proposto di realizzare l’installazione dei due capolavori di bronzo per celebrare adeguatamente la Capitale della Cultura con un’immagine di assoluta cristallina potenza evocativa per chiunque, a prescindere dalla cultura di provenienza o dal bagaglio culturale archeologico.

A Brescia le due statue saranno esposte proprio nell’aula del Capitolium di età imperiale con un nuovo spettacolare allestimento curato dall’architetto Juan Navarro Baldeweg, già autore della suggestiva e affascinante collocazione della Vittoria Alata.
Esporle insieme, accostate in un gruppo moderno, frutto di un processo di rigenerazione delle opere in chiave contemporanea, riprende una prassi di origini antiche, quando nei santuari in Grecia venivano conservate ed esposte statue spesso legate solo da un continuum ideologico/politico, la cui disposizione poteva quindi cambiare a seconda dell’epoca e della mentalità, a creare nuovi messaggi e significati.

Sarà l’occasione per ridurre la distanza che ha separato le due opere in antico, con una triangolazione di elementi che grazie all’allestimento permetterà comunque di comprenderla, ma nello stesso tempo di cogliere i numerosi fili rossi che le legano. Nello spazio dell’aula del Capitolium si insinuerà un racconto visivo, spaziale, in cui l’invocazione del Pugile, che chiede protezione, si incanala attraverso il riflesso speculare della Vittoria Alata, con contrappunti armonici e l’aiuto di un cri-stallo specchiante, che porteranno lo spettatore a prendere parte, nel raggio di pochi metri, a una narrazione concettuale sui valori assoluti che i due capolavori rappresentano ancora oggi per l’uomo contemporaneo.
Il Pugilatore in riposo e la Vittoria Alata furono scoperti nel corso di scavi archeologici condotti nell’Ottocento e da quel momento divennero oggetto di attenzioni e cure entrando presto a far parte di collezioni museali pubbliche.

Il tema astratto che lega questi due straordinari bronzi, nell’assenza e nella personificazione, è quello del successo, di un esito positivo, della vittoria appunto. Per il Pugilatore è il responso dell’arbitro al termine dello scontro nel quale si è strenua-mente difeso senza esclusione di colpi, come indicano le ferite e gli ematomi sapientemente resi nel bronzo con altissima perizia tecnica; per la Vittoria Alata è la designazione del vincitore sul campo di battaglia e la ricostituzione della pace, la cessa-zione del conflitto. L’uno attende il verdetto, l’altra omaggia il vincitore militare affidando al bronzo dello scudo, che doveva trattenere in origine nelle mani, il suo nome.

Il Pugilatore in riposo, uno dei bronzi di più alta qualità che siano giunti a noi dal mondo antico, fu rinvenuto nel 1885 alle pendici del Quirinale, occultato tra i muri di fondazione di un tempio. Rappresenta un pugile nel momento del riposo dopo una competizione, seduto con le gambe divaricate e gli avambracci poggiati sulle cosce.

La statua della Vittoria Alata venne portata in luce la sera del 20 luglio del 1826, durante la campagna di scavi avviata nel 1823 dall’Ateneo di Scienze Lettere e Arti di Brescia, su delega della municipalità e grazie a una raccolta pubblica di fondi, nell’area del Capitolium.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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