mercoledì 12 Novembre 2025

Il rumore del lutto, l’invisibile

PARMA – Entra nel vivo la diciannovesima edizione del Festival Il Rumore del Lutto, promosso da Segnali di Vita APS, diretto da Maria Angela Gelati e Marco Pipitone, realizzato con il contributo di Regione Emilia Romagna, grazie al contributo di Fondazione Cariparma e Fondazione Monteparma.

C’è una soglia che ogni anno si varca, quando il calendario torna a segnare l’inizio de Il Rumore del Lutto Festival. Una soglia che non è mai soltanto temporale: è culturale, artistica, esistenziale. Alla sua XIX edizione, il festival dedica il 2025 a un tema che, paradossalmente, accompagna da sempre la vita di ciascuno: l’Invisibile.

L’invisibile non è un vuoto, ma la trama che unisce esperienze, affetti, pensieri e presenze. È ciò che non si vede, ma che plasma la nostra identità. È la memoria dei defunti, ma anche la forza silenziosa di un gesto, di una parola taciuta, di una ferita che non appare agli occhi. Un orizzonte impalpabile che, dopo aver segnato il passo, conduce al ventennale del 2026: un traguardo che solo pochi anni fa sembrava impensabile e che oggi appare come naturale approdo di un percorso unico al mondo.

Fino al 9 novembre, Parma e numerose altre città italiane — insieme ad appuntamenti online e internazionali — diventeranno spazi in cui l’invisibile si lascia intravedere. La musica, parte fondante del festival, torna con artisti capaci di evocare dimensioni altre: da Blixa Bargeld e Teho Teardo a Gavin Friday, da Gianni Maroccolo e Hugo Race a Federico Albanese, fino a Morgan, protagonista di un concerto-dialogo intimo e sorprendente, e a Beatrice Antolini.

Il primo digital detox death café con gli Ash Code, le atmosfere di Nero Kane e i set sperimentali si intrecciano con performance teatrali, installazioni site-specific e letture poetiche, componendo una partitura che interroga la percezione del limite.

Ma l’invisibile non appartiene solo all’arte. È nel tessuto sociale, nelle scuole, negli hospice, nei luoghi della cura e della fragilità. Per questo il festival rinnova la sua vocazione educativa con laboratori di death education, incontri e percorsi creativi rivolti a tutte le fasce di età: studenti, insegnanti, operatori della cura e a tutte le “cittadine e i cittadini”. Parlare di trasformazioni, di lutto e di perdita, di ciò che non si vede ma ci abita, significa educare a vivere.

Così, poesia e psicodramma, filosofia e neuroscienze, arti visive e intelligenza artificiale si intrecciano in esperienze che non restano astratte, ma diventano pratica concreta: un dialogo con la morte che insegna a stare, con autenticità, nel mondo.

Accanto agli appuntamenti scientifici e formativi — convegni, lectio magistralis, tavole rotonde e workshop — il festival conserva la capacità di sorprendere con esperienze immersive: dal Concerto al Buio di Teho Teardo, da vivere distesi su un tappetino, all’incontro con l’arte invisibile di Lucio Fontana, dal ritiro spirituale con Guidalberto Bormolini e gli amici di Tutto è Vita alle collaborazioni con altri festival, passando per passeggiate gentili nei cimiteri, incontri dedicati al mondo animale, Life Issue Café, installazioni sulla soglia e momenti rituali che uniscono tradizione e sperimentazione.

Il Rumore del Lutto Festival resta fedele a sé stesso: un progetto nato a Parma nel 2007 e divenuto in pochi anni la prima rassegna internazionale di cultura in death education, capace di intrecciare rigore scientifico e linguaggi artistici. La frase scelta come guida— “Vivi intensamente, abbraccia ogni istante” — è la sintesi più chiara di un invito che va oltre le giornate del festival. Ricorda che la vita non si misura in quantità, ma in qualità di sguardi, relazioni, esperienze.

Ogni edizione, in fondo, lavora su un paradosso: rendere percepibile ciò che sfugge, dare voce a ciò che spesso resta in silenzio, portare alla luce ciò che normalmente resta nell’ombra. L’Invisibile, allora, non è soltanto il tema del 2025: è la sostanza stessa di un festival che da diciannove anni continua a mettere in scena, con delicatezza e coraggio, la trama nascosta della nostra esistenza.

E mentre il ventennale si avvicina, resta l’impressione che l’invisibile non sia un confine, ma un varco. E forse è proprio lì che Il Rumore del Lutto ci invita a sostare: in quello spazio in cui il visibile e l’invisibile si incontrano, e la vita si mostra in tutta la sua interezza.

 Il Rumore del Lutto Festival, con i suoi 70 eventi e oltre 168 collaborazioni, è promosso da Segnali di Vita Aps grazie al contributo di Regione Emilia-Romagna, Fondazione Cariparma e Fondazione Monteparma, con il patrocinio di Comune di Parma, Complesso monumentale della Pilotta, Università di Parma, Università degli Studi di Padova, Master Death Studies and the End of Life.

 

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