domenica 5 Maggio 2024

La città ferita, cinquant’anni dalla strage di Piazza della Loggia

Brescia. Non c’è democrazia viva che non sappia rinnovare la memoria del suo patto costituente e di coloro che per esso hanno lottato, fino al sacrificio della propria vita. La democrazia ricorda i suoi martiri, si fonda sull’impegni dei suoi amici, diffida dei suoi nemici.

Allo stesso modo, Brescia, la città ferita dalla strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974, testimonia i valori della sua convivenza nel ricordo delle vittime innocenti. In occasione del cinquantesimo anniversario della strage di Piazza della Loggia in programma una serie di incontri dal titolo, “La città ferita. A cinquant’anni dalla strage di Piazza della Loggia 1974-2024”, con la preziosa collaborazione con Casa della Memoria e con Fondazione Micheletti.

Il programma prevede un percorso storico di otto incontri, attraverso i quali ripercorrere i nodi principali della strategia della tensione in Italia fino alla metà degli anni Settanta.
Ma la memoria di ciò che è accaduto non può mai andare disgiunta dalla conoscenza storica. Una memoria senza conoscenza è cieca, così come una conoscenza senza memoria è vuota. Se si esclude la cerchia ristretta degli studiosi, sia i programmi scolastici, sia l’opinione comune non sono andati al di là della cronaca per quanto accurata. Senza considerare che in mezzo secolo la ricerca storiografica ha prodotto indagini innovative e quadri interpretativi più precisi. Era quindi giusto portare a conoscenza di un ampio pubblico l’esito di ricerche decennali.

I relatori del ciclo di incontri “La città ferita. A cinquant’anni dalla strage di Piazza della Loggia 1974-2024” sono fra gli studiosi italiani più accreditati su queste tematiche:
• Simona Colarizi, emerita dell’Università di Roma, offrirà un quadre introduttivo dell’Italia degli anni Sessanta e Settanta
• Marco Dondi, ordinario dell’Università di Ferrara, traccerà uno schema unitario della strategia della tensione
• Piero Ignazi, ordinario dell’Università di Bologna, si soffermerà sull’arcipelago della destra eversiva italiana e sui suoi rapporti con la destra istituzionale postfascista
• Miguel Gotor, ordinario dell’Università di Roma, ricostruirà le trame del potere invisibile nazionale e internazionale all’interno della strategia della tensione
• Paolo Corsini, già docente dell’Università di Parma ed ex sindaco di Brescia, parlerà della strage di Piazza della Loggia
• Giovanni De Luna, già ordinario all’Università di Torino, esaminerà il modo in cui la società civile e i movimenti politici si opposero alla strategia della tensione
• Angelo Ventrone, ordinario dell’Università di Macerata, approfondirà il modo in cui la verità storica e la verità giudiziaria si sono confrontate
• Carlo Galli, emerito dell’Università di Bologna, a conclusione del ciclo, si interrogherà sul rapporto tra democrazia italiana e strategia della tensione.

Ognuno degli otto incontri sarà dedicato a una vittima della strage. All’inizio di ogni incontro si ricorderanno brevemente i profili di Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi Milani, Clementina Calzari Trebeschi, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti, Alberto Trebeschi e Vittorio Zambarda.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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