venerdì 26 Aprile 2024

La musica dal Mondo canta lo Spirito del Pianeta

Clusone, Bergamo. La Val Seriana a giugno diviene l’ombelico del Mondo, tra i monti delle Orobie a Clusone dal 1 al 18 giugno fa in scena “Lo Spirito del Pianeta” una kermesse di musica etnica da tutto il mondo.

Nativi di terre lontane racconteranno con la musica la storia dei popoli, in un festival musicale che sulla ali delle note viaggerà intorno al pianeta, alla scoperta delle tradizioni musicali dei popoli.

La musica è nata dal bisogno dell’uomo di esprimere i propri sentimenti, in tempi remoti era considerata un prezioso dono degli dei, suoni che sono divenuti linguaggio dell’arte che racchiude “Lo Spirito del Pianeta”. E’ l’incontro delle culture del mondo, all’insegna di una partecipazione di tutte le differenti espressioni etniche, mantenendo i valori tradizionali di base dei popoli, musica e danze coinvolgeranno i partecipanti riportando i valori dello spirito alla primordiale esigenza di esprimere con la musica il proprio desiderio di comunicare i sentimenti e l’arte.

Diciotto giorni di musica vibrante, carica di emotività che colpisce soprattutto perché mostra come passando attraverso il recupero di temi tipicamente folclorici si possa giungere alle forme espressive delle culture popolari, ma anche spaziare nei meandri ancora tutti da scoprire per noi occidentali, della musica etnica. Come nella tradizione dello spirito del festival, anche quest’anno come nelle altre edizioni, ci saranno gruppi etnici da tutti i continenti.

Ad aprire il festival l’accensione comunitaria del “fuoco sacro”. Fin dai tempi antichi il fuoco ha sempre svolto un ruolo fondamentale nella vita delle popolazioni di tutto il mondo, dalla luce, al calore, all’alimentazione, alla lavorazione di armi e strumenti, alla difesa a alla caccia. Durante questa magica notte, ogni gruppo alimenterà il fuoco con le proprie tradizioni e i propri riti, regalando uno spettacolo di grandissimo impatto visivo e culturale, un piccolo estratto della vita primordiale del nostro pianeta.

E’ la novità assoluta dell’edizione 2023 del festival. Il ritorno alla madre terra del festival, un’area immersa nella natura e le montagne orobiche, tra persone che vivono nella cultura bergamasca ogni giorno, come molte delle popolazioni invitate. Nessun altro contesto potrebbe essere il luogo più adatto per una manifestazione, che ha nel suo DNA, cultura, tradizione e natura. Per qualche persona sembrerebbe che siamo stati confinati ai margini della provincia, quasi come in una riserva, (un po’ come quelle del nord America), invece trattasi di un paradiso sulla terra, dove Dio ha creato un angolo meraviglioso. Sarà una esperienza meravigliosa che potrà far capire a tutto il pubblico, cosa è importante nella nostra quotidianità, l’amore di stare con se stessi, con gli altri ed alla natura che ci circonda, come una vera comunità.

Il Festival ha come motivazione principale quella di far conoscere in Italia culture e costumi di popoli minori, spesso in via di estinzione. E tutto questo avviene soprattutto per la particolarità con cui vengono scelti i gruppi. Gli organizzatori infatti, da sempre, anziché recuperare gruppi folkloristici tramite agenzie, preferiscono portare in Italia, direttamente dalle zone prescelte, e sempre diverse di anno in anno, gruppi che, per loro bisogno personale, portano avanti la tradizione orale, di canti e delle danze dei loro popoli, senza fini di lucro ma per il puro piacere di far conoscere ad altri e tramandare alle future generazioni le proprie radici.

E poi c’è area dedicata al cibo tradizionale, con 2.000 metri quadri dedicati al food con 1000 posti a sedere garantiti al coperto in caso di maltempo ed un’amplia scelta di piatti tradizionali locali tipici e da tutto il mondo.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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