lunedì 6 Maggio 2024

La natura ama nascondersi, XIX edizione di Fotografia Europea

Reggio Emilia. Torna ad osservare i cambiamenti della contemporaneità attraverso gli occhi di grandi fotografi e di giovani esordienti la XIX edizione di Fotografia Europea, il festival promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani e del Comune di Reggio Emilia, con il contributo della Regione Emilia-Romagna.

Boats bedecked with lights returning from a pilgrimage wait in the shoals for the tide to return so that they can
head back home to their village.
2019.

La natura ama nascondersi è il tema scelto dalla direzione artistica del Festival composta, anche quest’anno, da Tim Clark, Walter Guadagnini e Luce Lebart. Un titolo che cerca di inglobare – recuperando il paradosso da un celebre frammento di Eraclito – la potenza di una natura che molte volte cela la sua essenza ai nostri occhi, ma che sempre più spesso la rivela in modi distruttivi, in un processo continuo che può essere inteso come un’oscillazione tra l’essere e il divenire. Fotografia Europea 2024 si propone di esplorare, attraverso le tante prestigiose mostre personali e collettive di questa edizione, le connessioni fra occultamento e scoperta che dominano il nostro rapporto con la Natura, immaginando nuove narrazioni, al di fuori di quell’atteggiamento di controllo dominante che la nostra specie esercita sul pianeta, per comprendere le dinamiche e le nuove direzioni da intraprendere.

Xavi Bou, Ornitography #222 ©Xavi Bou

La mostra storica di questa edizione torna nelle sale di Palazzo Magnani con la prima retrospettiva mai presentata in Italia di Susan Meiselas, fotografa americana nota soprattutto per il suo lavoro nelle aree di conflitto dell’America Centrale (1978-1983) e in particolare per i suoi potenti scatti della rivoluzione nicaraguense. La mostra, intitolata Mediations, raccoglie una selezione di opere che vanno dagli anni Settanta a oggi e rivela, attraverso le diverse forme che la Meiselas adotta per ampliare la sua opera – oltre al reportage fotografico tradizionale, anche installazioni, libri, film – il suo approccio unico di fotografa, che mette costantemente in discussione lo status delle sue immagini in relazione al contesto in cui vengono percepite, spaziando dalla dimensione personale a quella geopolitica. Nelle sue opere la fotografa coinvolge i soggetti in un’incessante esplorazione e sviluppo di narrazioni, lavorando spesso su lunghi periodi e su un ampio ventaglio di paesi e soggetti: dalla guerra alle questioni relative ai diritti umani, dall’identità culturale all’industria del sesso.

Michele Sibiloni, Untitled, Bundibugyo, Uganda 2017 © Michele Sibiloni

Le sale dei cinquecenteschi Chiostri Di San Pietro ospiteranno dieci esposizioni che spaziano in vari temi tra natura e uomo interpretati da grandi fotografi. Nella sede di Palazzo Da Mosto trova posto la Committenza di questa edizione, insieme a una mostra dedicata ai libri fotografici e ai due progetti vincitori della Open Call.

Riapre, per la XIX edizione di Fotografia Europea, la splendida Villa Zironi, gioiello dell’architettura liberty che ospiterà la mostra Radici, di Silvia Infranco, a cura di Marina Dacci.
Ad abbracciare il festival, numerose altre mostre partner che gravitano intorno ad esso, organizzate dalle più importanti istituzioni culturali cittadine e ospitate nei loro spazi.
A Palazzo dei Musei, Zone di passaggio, a cura di Ilaria Campioli, propone una riflessione sul tema del buio e della notte con l’obiettivo di raccontare l’importante ruolo che entrambi rivestono nell’immaginario collettivo.

La fototeca della Biblioteca Panizzi partecipa all’edizione del 2024 con una mostra che ridona visibilità alla collezione di Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea. Lo Spazio Gerra propone la mostra New Theaters Of The Real. Collaborating with ai che, nel quadro del dialogo permanente tra natura e artificio che percorre le arti, presenta cinque differenti posizioni della fotografia contemporanea.

Delfos © Yvonne Venegas

Collegata al festival è la proposta della Collezione Maramotti che espone la prima mostra personale istituzionale italiana di Silvia Rosi, dal titolo Disintegrata.
Anche quest’anno lo Speciale Diciottoventicinque, il progetto formativo di Fotografia Europea, torna con la tredicesima edizione per accompagnare i giovani amanti della fotografia in un percorso che permette di imparare, condividere e confrontarsi con il mondo dell’arte fotografica, creando un vero progetto espositivo collettivo.
Oltre alle mostre arricchisce il Festival un calendario di appuntamenti che accompagnerà i visitatori dalle giornate inaugurali del 26, 27, 28 aprile e fino al 9 giugno. Anche per questa edizione il Circuito Off l’evento collettivo e indipendente che arricchisce il Festival con una serie innumerevole di mostre diffuse in tutto il territorio cittadino

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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