sabato 18 Maggio 2024

Le fotografie di Mario Giacomelli alla Rocca

Lonato del Garda, Brescia. È stato uno dei maggiori interpreti della fotografia italiana del Novecento Mario Giacomelli, un’importante retrospettiva dedicata al suo straordinario lascito fotografico viene organizzata, sino al 14 gennaio 2024, dall’Amministrazione Comunale della Città di Lonato del Garda in collaborazione con la Fondazione Ugo Da Como. Ad ospitarla, la suggestiva cornice della Sala del Capitano nella Rocca visconteo veneta di Lonato del Garda, all’interno del complesso monumentale della Fondazione Ugo Da Como.

Davvero in pochi hanno consapevolezza del grande tesoro che si cela nelle stanze della Biblioteca civica di Lonato del Garda: si tratta di 101 fotografie di Giacomelli, appartenenti al Comune. Nel 1985 Mario Giacomelli al termine di una mostra ospitata nel Palazzo Municipale di Lonato del Garda, donò alla Comunità tutte le fotografie da egli stesso selezionate per quella rassegna.

Al fine di valorizzare questo rilevantissimo patrimonio artistico, mirando a diffonderne sempre più la conoscenza, l’Amministrazione di Lonato del Garda, sotto il coordinamento dell’Assessorato alla Cultura guidato da Mariangela Musci ha costituito un gruppo di lavoro coinvolgendo la Fondazione Ugo Da Como e organizzando la mostra, intitolata Mario Giacomelli, una retrospettiva. La Raccolta di Lonato del Garda. Di notevole valore culturale, è curata da Filippo Maggia e si avvale anche della collaborazione dell’Archivio Mario Giacomelli.

Il bambino di Scanno, 1957-1959 ©Archivio Mario Giacomelli

La mostra presenta 81 delle 101 fotografie di proprietà del Comune di Lonato del Garda rappresentative di diverse fra le celebri serie che hanno reso famosa la produzione di Mario Giacomelli, come quella dei seminaristi, dei paesaggi immortalati da alta quota, di Scanno.

Scrive Filippo Maggia in catalogo: «Di questa raccolta alcune opere fungono da esempi compiuti dello stile unico che contraddistingue ancora oggi la fotografia di Giacomelli: il taglio plastico e la composizione pittorica dell’immagine “La fotomodella” del 1955; il bianco e nero abbacinante, quasi fluorescente emanato dalla celebre fotografia del bambino di Scanno, frutto di un’attesa lunga e ragionata; i giovani seminaristi ripresi dall’alto che paiono sospesi nel vuoto, su di un pavimento di cui Giacomelli ha cancellato quasi ogni traccia scolpendo il nero dei soggetti sullo sfondo bianco; il volto di una donna anziana che affiora alla base di un’immagine dove danzano figure scure, realizzata con due negativi, una fotografia inventata per rappresentare “il volto della morte”; il bambino leggermente sfocato che guarda la macchina fotografica tenendo a fuoco la ragazzina dietro di lui, obbligando così lo spettatore a passare da un piano prospettico a un altro; un volto femminile celestiale, con ombre accennate di gabbiani che lo accompagnano in un volo poetico, onirico, dalla serie su “Caroline Branson da Spoon River”; le immagini contrastate e severe della serie “Presa di coscienza sulla natura” degli anni 1976-1984, rigorose metafore del rapporto puro e primitivo che Giacomelli auspica tra uomo e natura. Una raccolta preziosa quella del Comune di Lonato del Garda, un dono di inestimabile valore lasciato da un fotografo unico e, ancora oggi, irripetibile».

“La buona terra”, 1964-1966 ©Archivio Mario Giacomelli

Scrive in catalogo la direttrice dell’Archivio Mario Giacomelli, Katiuscia Biondi: «Giacomelli è grande per aver creato un nuovo e straordinario linguaggio fotografico, fatto di un bianco e nero altamente contrastato, sorprendentemente forte per un’epoca in cui la fotografia si esprimeva in educati toni di grigio. Un linguaggio così inedito da far nascere interrogativi tecnici ed esistenziali, e da essere – da principio – considerato “zeppo di errori”. Ma quegli errori ben presto apparvero alla critica come conturbanti rivelazioni di “pezzi di reale” – un reale vero come mai prima, nonostante il Neorealismo di quegli anni».

La mostra, concepita quale tappa a Lonato del Garda nell’anno in cui Bergamo e Brescia sono Capitale Italiana della Cultura, mira a far conoscere al largo pubblico di  turisti ed appassionati d’arte e storia questa incantevole località, fra le più affascinanti dell’entroterra del Lago di Garda,  e il complesso monumentale della Fondazione Ugo Da Como, con la sua Rocca (Monumento Nazionale), l’eccezionale Casa Museo (con oltre 20 ambienti interamente arredati) e  la Biblioteca storica, una delle biblioteche private più importanti in Italia.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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