lunedì 6 Maggio 2024

Leros il mio viaggio

Mantova. Nell’isola di Leros erano confinati 1500 uomini e donne con diagnosi psichiatrica classificati come “pazienti cronici incurabili” e un centinaio di bambini con gravi deficit mentali e fisici. Durante la dittatura dei Colonnelli si aggiunsero anche internati politici. Nel 1989 Antonella Pizzamiglio, giovane fotografa, entrò a documentare in cento scatti l’orrore e l’enormità delle vite di quegli internati. Una mostra che racconta del dramma di donne, bambini e uomini è esposta alla Casa del Rigoletto sino al 3 marzo, a cura di Luciano Fornari e Antonella Pizzamiglio, dal titolo “Leros il mio viaggio”.

Antonella Pizzamiglio realizza nel 1989 un reportage a Leros (Grecia) in quello che è stato definito come il peggior manicomio mai visto al mondo. Quegli scatti-denuncia avrebbero permesso l’intervento della Comunità Europea che finanzierà nel 1990 un progetto che cambierà le sorti di migliaia di persone.

Nell’ aprile del 2010 Antonella decide di mettere in mostra per la prima volta il reportage “Leros. Anche il nulla ha un nome” sconvolgendo il pubblico per l’intensità delle immagini.
Nel 2011 Antonella ritorna a Leros dove ritrova tanti degli “ospiti” fotografati nel 1989 all’interno del nuovo Ospedale psichiatrico costituito da vere e proprie case famiglia.
Li fotografa di nuovo e nasce così una nuova sezione della mostra: Leros Oggi seguita subito dopo da una terza sezione: Leros. La vergogna dell’abbandono. L’abbandono è quello delle strutture che ospitavano gli ospedali psichiatrici che sono state lasciate all’incuria a sottolineare la vergogna che l’essere umano prova tuttora per quello che accadeva in quelle strutture.

Oggi il libro e mostra Leros. Il mio viaggio raccoglie tutte le immagini di questo lungo percorso unitamente al racconto della storia, dell’evoluzione e perché no anche delle emozioni.

Antonella Pizzamiglio, nata a Casalmaggiore (CR), è fotografa di professione, segue il suo percorso evolutivo e professionale associando la fotografia alla “magia del vivere”.

Dopo quella che lei stessa definisce l’arte dell’apprendere, alla fine degli anni ’80 inizia a lavorare nel cinema come fotografa di scena collaborando con personaggi del calibro di Marcello Mastroianni, Renato Pozzetto, Francesca Archibugi, Neri Parenti e molti altri.
Una parentesi poi nel mondo del teatro dove realizza servizi per il Festival dei due Mondi di Spoleto, per il Teatro Due di Parma e per il teatro di Casalmaggiore per poi abbracciare il Progetto “La fotografia oltre la ragione” che la impegnerà in aiuto all’emarginazione per ben 4 anni presso l’allora Ospedale Psichiatrico di Trieste .

Proprio a Trieste un incontro importante con il Prof. Franco Rotelli segnerà la sua vita e il suo percorso professionale. L’impegno nel sociale vedrà la sua massima espressione con un reportage realizzato nel 1989 a Leros (Grecia) in quello che è stato definito come il peggior manicomio mai visto al mondo. Quegli scatti-denuncia avrebbero permesso l’intervento della Comunità Europea che finanzierà nel 1990 un progetto che cambierà le sorti di migliaia di persone. Nel 1996 fonda Artestudio Srl, un’azienda al servizio delle aziende, la fotografia nella comunicazione per aziende leader nel panorama industriale italiano.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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