venerdì 26 Aprile 2024

Liubov Feedoseva, ritratti di vita

Montichiari, Brescia – Il rigore del tratto grafico, la meticolosità della raffigurazione e la padronanza del colore codificano una robustezza espressiva che risulta speculare al vero.

Liubov Feedoseva, nata a Perm, nell’allora Unione Sovietica e da tempo residente in Italia, sottoscrive questo suo peculiare stile compositivo, anche nella mostra personale, allestita a Montichiari, presso il museo “Giacomo Bergomi” dove già esiste la collocazione permanente di una interessante serie di manufatti artigianali locali, legati alla realtà rurale del passato.

L’iniziativa, volta alla promozione dell’arte di questa pittrice d’origine russa, si stempera, da programma, nei fine settimana che si avvicendano fra l’ottobre ed il novembre che il calendario dell’autunno del 2022 profila anche nel corso della durata di questa manifestazione espositiva, contrassegnata dal titolo “L’uomo artefice – Ritratti di vita”.

Negli ariosi spazi dell’allestimento della trentina di opere pittoriche esposte, si può liberamente accedere, anche per una visita contestuale ai reperti museali della tradizione contadina, nelle giornate di venerdì e di sabato, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 18, come pure di domenica, dalle ore 14,30 alle ore 19.

I dipinti, in olio su tela, rispondono alla traccia effettiva della ricerca creativa adottata che è sperimentata dall’autrice nel solco di una data trama contenutistica, funzionale a ritrarre, nella corrispondenza di un veridico contesto d’insieme, i rispettivi esponenti di una laboriosità d’eccellenza, consacrata all’arte del fare, ciascuno secondo una propria apprezzata prerogativa di pertinenza.

In questa chiave di lettura, appaiono nettamente immortalate le diverse figure che rispondono all’esercizio di un mestiere, inteso anche come spiccata vocazione ad esternare una talentuosa peculiarità di intima estrinsecazione, propria di un ruolo, pure, esorbitante dal mero esercizio di una professione.

In questa ampia gamma di rappresentatività, c’è, fra altri manufatti in mostra, anche la raffigurazione di un frate in meditazione, assorto nella lettura orante di un sacro testo, quale esemplificazione di quell’alone spirituale che nobilita ogni interprete di una convinta esplicitazione, eseguita nell’impegno di una virtuosa affermazione, entro il suo stesso rivelarsi, come manifestato nella autentica determinazione di una capacità messa a frutto in quella sollecitudine che è ispirata anche ad una tensione valoriale ed ideale, a sua volta, valevole per una coerente testimonianza di caratterizzazione.

A tal proposito, l’artista spiega che “(…) Ho deciso di realizzare solo ritratti perché con essi riesco a rendere vivo ogni personaggio dipinto, l’espressione del volto, lo sguardo il sorriso, le imperfezioni, la pelle candida di un bambino o le rughe di un anziano, sono tutte quelle caratteristiche che rendono unico ognuno di noi, tutti questi tratti che sono il segno distintivo dei miei modelli rendono lo splendore che si può ammirare nelle mie tele.

Personaggi contemporanei ritratti nella loro odierna quotidianità ma resi immortali come nobili cinquecenteschi ed è qui che si spiega la mia decisione di tornare a dipingere in uno stile che purtroppo oggi sa di antico o sembra perso ma che io dimostro essere più vivo ed attuale che mai. (…)”.

Lungo il differenziato percorso di questa laboriosa e minuziosa figurazione dei soggetti trattati, per altro, anche espressi, per il tramite di alcuni disegni, a grafite e carboncino su carta fatta a mano, oltre che nella straripante sequenza elegante e statutaria dei dipinti, si inserisce la motivazione di Liubov Fedoseeva “(…) di illustrare e tramandare tradizioni che purtroppo stanno scomparendo creando un nesso tra il mondo andato dei nostri avi e quello in divenire troppo spesso lontano e poco attento ai valori creati nel tempo, attraverso la cultura di un territorio talvolta semplice ma allo stesso tempo ricco di un bagaglio che non si dovrebbe dimenticare.

Nei dipinti esposti, ad ogni soggetto ritratto appartiene una storia di vita che lascia libera immaginazione allo spettatore ed evoca cosi sensazioni e ricordi diversi che inconsapevolmente tornano a galla da un profondo spesso assopito.

I modelli ritratti si rifanno a gente comune, quotidianità, emozioni e sensazioni di momenti colti come attimi di vita di persone che con il loro lavoro o semplici sguardi creano la comunità che ha reso grande questo magnifico paese verso cui nutre una profonda riconoscenza e grazie al quale ha potuto realizzare il suo sogno di rendere immortale la bellezza di gesti semplici ma immensamente profondi (…)”.

La coniugazione di questi intenti compositivi si circoscrive alla fattispecie dei rispettivi manufatti esposti in questa mostra monteclarense, di fatto, sede espositiva coincidente a quella del caratteristico polo fieristico del luogo, in un abbinamento, per altro, già vissuto e sviluppato in occasione dell’annuale edizione della fiera agricola, in corso di svolgimento durante la giornata inaugurale della mostra stessa, quando, anche dall’eco di questa ingente manifestazione settoriale pare potessero sortire alcuni elementi congruenti con le opere di questa apprezzata artista che, in certi casi, si possono rispettivamente sperimentare nei termini dei titoli allusivi al medesimo comparto, come espressi ne ” il contadino.”

Note sull'autore

LucaQuaresmini
LucaQuaresmini
Ha la passione dello scrivere che gli permette, nel rispetto dello svolgersi degli avvenimenti, di esprimere se stesso attraverso uno stile personale da cui ne emerge un corrispondente scibile interiore. Le sue costruzioni lessicali seguono percorsi che aprono orizzonti d’empito originale in sintonia con la profondità e la singolarità delle vicende narrate.

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