venerdì 26 Aprile 2024

Miseria e nobiltà, le opere del Pitocchetto

Brescia. Dipingeva i poveri, i reietti, i vagabondi, i contadini, in poche parole i “pitocchi” da qui il soprannome che si guadagnò Giacomo Cerutti, detto il Pitocchetto, nella sua lunga e prolifica vita artistica. Una grande mostra: “Miseria e nobiltà” dedicata all’artista del tardo barocco italiano al Museo di Santa Giulia, dal 14 febbraio al 18 maggio, in occasione di Brescia Bergamo capitale della Cultura Italiana.

Sono passati trentasei anni, più di una generazione, dalla grande mostra che nel 1987 Brescia ha dedicato a Giacomo Ceruti (Milano, 1698-1767).

I tempi sono dunque maturi per tornare a indagare questo pittore che, con le sue toccanti rappresentazioni dei ceti umili e i suoi ritratti penetranti, si impose come una delle voci più originali della cultura figurativa del XVIII secolo.

Non è peraltro solo una questione di date e di scadenze. A rendere necessario un nuovo affondo sulla figura dell’artista è anche il fatto che, in questi trentacinque anni, le conoscenze e la valutazione della sua fisionomia sono mutate in modo, per certi aspetti, radicale.

Verso la fine del 19º secolo quindici opere del Pitocchetto vennero acquistati dal conte Bernardo Salvadego e custoditi tra le mura del castello di Padernello, definito “il ciclo di Padernello”. La collezzione venne poi appesa nelle sale della Pinacoteca Tosio Martinengo, al Museo Lechi di Montichiari e in collezioni private. Al castello di Padernello è oggi visibile il ciclo riprodotto in fotografie a grandezza originale.

La grande monografica di Ceruti progettata da Fondazione Brescia Musei mette in luce, grazie agli eccezionali prestiti da Parigi, Vienna, Madrid, Göteborg e da numerose collezioni pubbliche e private italiane, da un lato il radicamento di Giacomo Ceruti entro l’avventura della ‘pittura della realtà’ in Lombardia, dall’altro il respiro internazionale del suo percorso.La mostra, un’eccezionale co-produzione con il Getty Center, sarà infatti esposta a Los Angeles dal 18 luglio.

 

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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