Bagnolo Mella, Brescia – Guglielmo Achille Cavellini (Brescia, 1914-1990) è stato un artista poliedrico nell’arte del Novecento. E’ stato collezionista, pittore, performer e teorico. Una figura complessa e piena di fascino. Ben venga quindi la mostra che Palazzo Bertazzoli, con il sostegno anche di Cassa Padana Bcc, ospita in questi giorni, «Collezione Gac». Organizzata da CoArtCo APS, l’esposizione raccoglie materiali provenienti dalla collezione del figlio Piero, offrendo uno spaccato denso e stratificato della parabola creativa di Gac, tra pittura, performance, mail art e riflessione teorica.
Cavellini, chiamato Gac, dopo una prima attività artistica come pittore, negli anni quaranta e cinquanta del 900 diviene uno dei maggiori collezionisti dell’astrattismo contemporaneo italiano, fino ad instaurare con i protagonisti di tale corrente un profondo rapporto di mecenatismo ed amicizia, esperienza che culmina nella celebre mostra Pittori moderni dalla collezione Cavellini, allestita presso la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma nel 1957.[2] In seguito Cavellini torna all’attività di artista con opere che spaziano dal dadaismo alla performance art alla mail art.
La mostra di Bagnolo si concentra molto sugli anni ’60. E’ in questo periodo che Cavellini avvia una produzione pittorica segnata da stratificazioni visive, citazioni e gesti concettuali, dove l’identità dell’artista diventa soggetto e materia. Le sue opere, spesso dense di segni e parole, riflettono una tensione tra autobiografia e critica del sistema artistico. Visitare questa mostra è come entrare in un archivio, dove ogni documento sembra voler raccontare qualcosa, ma non sempre lo fa in modo immediato.
La mostra ripercorre le tappe fondamentali della sua evoluzione, un percorso in cui l’artista si appropria dei linguaggi contemporanei per costruire una «lingua» visiva personale. Centrale è il concetto di identità: Gac non si limita a rappresentare il mondo, lo attraversa, lo interpreta, lo riscrive. E lo fa con ironia, con eccesso, con una lucidità che oggi appare sorprendentemente attuale. La sezione dedicata alla mail art restituisce il suo ruolo pionieristico in una pratica che anticipa le dinamiche dei social network: spedire arte, pensiero, provocazione, senza mediazioni, direttamente al pubblico.
Nel panorama artistico contemporaneo, Cavellini è figura centrale nel ripensare il ruolo dell’artista: trasforma ogni opera in racconto di sé, rendendo l’arte testimonianza viva del potere creativo.

