venerdì 19 Aprile 2024

Pasqua: Agnello di Dio, che togli i peccati dal mondo….

La vita di un cucciolo destinato a essere ucciso dissanguato vale 5,62 euro al chilo, secondo la cifra fissata dall’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea).

E ogni anno, nel solo periodo della Pasqua, vengono uccisi oltre 300 mila tra agnelli e capretti.

Ma è proprio necessario mettere in tavola l’agnello a Pasqua? Sarebbe una festività diversa se non si seguisse questa tradizione crudele? La risposta è evidente: no.

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) quest’anno lancia una campagna web e social che invita a diffondere un’immagine deliziosa e un semplice messaggio: “Anche se non mangi l’agnello, la Pasqua è sempre la stessa. In nome della vera pace, non mangiarlo” .

La mercificazione degli agnelli, nelle sue varie fasi, esprime una crudeltà che va contro ogni morale. Strappati alle loro madri tra i 20 e i 40 giorni di vita, vengono pesati e issati sulle zampe, ammassati e caricati nei camion verso il loro ultimo viaggio.

All’arrivo, sono scaricati come oggetti e destinati alla pratica di stordimento che non sempre viene effettuata secondo regolamento. Poi vengono uccisi, talvolta ancora coscienti.

«Le immagini diffuse dalle associazioni a tutela degli animali hanno determinato negli ultimi anni una sensibilizzazione e sempre più persone scelgono di non acquistare carne d’agnello», osserva il presidente dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), Massimo Comparotto. «Noi invitiamo a riflettere anche su quel che accade a tutti gli altri animali d’allevamento che soffrono allo stesso modo, ma se i carnivori intanto eliminassero l’agnello dalle tavole pasquali sarebbe già il primo passo verso un’alimentazione etica».

Le alternative alla carne sono molte, ricorda l’associazione, e chi di sceglie di non mangiare animali non è complice di un sistema che considera esseri senzienti come meri oggetti di consumo usati e abusati. L’industria dell’allevamento degli animali, inoltre, porta con sé evidenti impatti ambientali negativi.

E in questi giorni stanno aumentando i camion che trasportano agnelli dall’Est Europa verso i macelli italiani, e anche quest’anno l’associazione Essere Animali ha attivato i controlli su strada a partire da Gorizia, per verificare le condizioni degli animali e documentare le eventuali violazioni.

Già nei giorni scorsi i controlli effettuati hanno permesso di riscontrare subito numerose problematiche, in particolare quelle di un camion – fermato all’altezza di Altedo, in provincia di Bologna – proveniente dalla Romania, che presentava una situazione molto grave per gli animali. Il team investigativo di Essere Animali hanno subito allertato le autorità che sono intervenute insieme ai veterinari della ASL locale.

I controlli hanno riscontrato una situazione di sovraffollamento estremamente grave, con oltre 200 animali in più rispetto al carico previsto. A causa di queste condizioni, gli agnelli si calpestavano fra loro.

Tre animali non erano più in condizioni di proseguire il viaggio e per questo le autorità sanitarie italiane hanno deciso di abbatterli sul posto.

Uno degli agnelli era rimasto incastrato con una delle zampe nelle partizioni del camion durante le fasi di carico alla partenza: si tratta di un fatto molto grave, su cui il trasportatore non ha vigilato adeguatamente e che dopo 14 ore di viaggio ha concorso alla tragica fine dell’animale.

Secondo quanto comunicato dalle autorità al team di Essere Animali, il veicolo sarebbe stato poi multato ai sensi del D.Lgs. 25 luglio 2007, n. 151 che prevede le sanzioni per la violazione delle disposizioni del Regolamento europeo 1/2005 sulla protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate.

In particolare, le sanzioni sono state emesse per la presenza di animali che presentavano lesioni o problemi fisiologici ovvero patologie, per l’utilizzo di un mezzo non idoneo e non in grado di evitare lesioni o sofferenze, oltre che per l’eccessiva densità di carico. Si tratta di una notizia scioccante, che dimostra ancora una volta quanto il trasporto di animali vivi sia una pratica da superare e quanto sia importante rivedere al rialzo e in maniera ambiziosa le norme che dovrebbero tutelare gli animali durante i viaggi.

Nel 2022, su un totale di 2.199.832 agnelli macellati nel nostro Paese (fonte Istat), ben 653.303 animali (fonte Eurostat Comext) provenivano dall’estero, principalmente da Ungheria e Romania. Si tratta di animali spesso ancora non svezzati, strappati alle loro madri a pochissime settimane di vita e costretti a sopportare viaggi della durata anche di 30 ore all’interno di camion che possono essere inadeguati e sovraffollati. Nell’Unione europea, l’Italia è il primo importatore di agnelli vivi, davanti a Francia e Grecia.

 

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