lunedì 29 Aprile 2024

Il Pitochetto: da Padernello a Los Angeles

Brescia. È stata la mostra simbolo dell’inaugurazione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, Miseria&Nobiltà, Giacomo Ceruti nell’Europa del Settecento, al museo di Santa Giulia da febbraio a giugno. Dipingeva i poveri, i reietti, i vagabondi, i contadini, in poche parole i “pitocchi” da qui il soprannome che si guadagnò Giacomo Cerutti, detto il Pitocchetto, nella sua lunga e prolifica vita artistica.

Dal 18 luglio la mostra si è trasferita oltre oceano al Getty Museum di Los Angeles, esposti per la prima volta al pubblico statunitense un gruppo di dipinti straordinariamente intensi legati alla pittura di Giacomo Ceruti.

Quindici di quelle tele che ora riempiono di meraviglia gli occhi dei visitatori del Getty Museum hanno adornato per anni le sale del Castello di Padernello. Quei personaggi dipinti con dalla pennellata caravaggesca che rappresentavano la vita e la quotidianità dei reietti, dei poveri o pitocchi, con una empatia artistica, capolavori del pittore del tardo Barocco italiano detto il Pitocchetto.

Scrive Sandro Guerini a riguardo: “…I quadri vissero così nelle sale del Castello per decenni nel monotono e tranquillo alternarsi dei rigidi inverni, quando la fossa diventa uno specchio di ghiaccio, e delle estati polverose ed assolate, quando il caldo toglie il respiro, affascinando la cerchia ristretta della famiglia e dei nobili ospiti. Ma subito dopo la segnalazione del Delogu la fama del Ciclo si dispiegò in Europa e raggiunse Parigi dove Vitale Bloch, in una conferenza al Museo del Louvre nel 1934 testimoniava l’assoluta grandezza del Pitocchetto…”

Verso la fine del 19º secolo quindici opere del Pitocchetto vennero acquistati dal conte Bernardo Salvadego e custoditi tra le mura del castello di Padernello, definito “il ciclo di Padernello”. La collezzione venne poi appesa nelle sale della Pinacoteca Tosio Martinengo, al Museo Lechi di Montichiari e in collezioni private. Al castello di Padernello è oggi visibile il ciclo riprodotto in fotografie a grandezza originale.

Sino al 29 ottobre al Getty Museum: “In a group of remarkably haunting paintings by Italian 18th-century artist Giacomo Ceruti, beggars, vagrants, and impoverished workers are portrayed in mesmerizing realism, emanating a sense of dignity and emotional depth. Why were these subjects painted? Where and how were these works displayed, and for whom? At a time when severe inequalities continue to mark even the wealthiest societies, Ceruti’s work testifies to the enduring power of art to reflect our shared humanity.”

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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