venerdì 3 Maggio 2024

Itinerari / Parma, il gusto del bello

Parma – Recentemente, tre diversi studi internazionali condotti dall’Università di Londra, dallo Iulm e dalla University of California Los Angeles hanno evidenziato come l’esperienza della visita a mostre e musei provochi un’escalation di dopamina, riduca l’intensità del dolore cronico, i livelli di stress e la probabilità di ricevere in tarda età una diagnosi di demenza senile e aumenti, per contro, la disposizione ad accettare la diversità.

È una buonissima notizia per chi abbia in mente di approfittare della ricca offerta artistica e culturale della città di Parma, che vanta un patrimonio invidiabile in fatto di luoghi in cui rifarsi gli occhi e nutrire l’anima, convertendo il pieno di bellezza in concentrato di benessere.

Il punto di partenza in questa virtuosa passeggiata può essere Palazzo Pigorini, che fino al 16 luglio ospita ad ingresso gratuito “Il Novecento svelato”, una esposizione collettiva dedicata alla pittura del Novecento parmigiano con oltre 50 opere di 26 artisti provenienti dalle collezioni comunali e custodite nei depositi dei musei civici, riportate alla luce. Tali lavori si affiancano al patrimonio permanente della Pinacoteca Stuard, comprensivo di dipinti di svariati stili e correnti appartenenti a un largo periodo storico che va dal XIV al XX secolo.

Parma, 2019: Palazzo della Pilotta, Galleria Nazionale. Maria Luigia of Habsburg, wife of Napoleon I and later Duchess of Parma as “Concordia” by Antonio Canova.

Si raggiunge poi il salotto dove i parmigiani si intrattengono per un caffè o a parlare di attualità, di Piazza Garibaldi, dove sorge il Palazzo del Governatore. Prestigioso luogo d’arte moderna e contemporanea, fino al 30 luglio ospita la mostra antologica del famoso scultore “Paolo Borghi. Le radici della scultura” (ingresso libero), la cui biografia artistica è emblema del passaggio tra due secoli: quello trascorso, da cui attinge la classicità, quello presente per l’aura eroica in cui il passato irrompe sulla scena contemporanea divenendo attuale. Figure sospese in bronzo, marmi sinuosi, e terracotte, sculture che nascono da cortecce raccolte nel bosco, da legni e radici consumati dal tempo e dalla natura per poi contaminarsi ed evolversi acquisendo una forma compiuta.

Tra i centri culturali più significativi della città all’inizio del ‘500, l’antico monastero benedettino femminile di San Paolo custodisce anche la Camera di San Paolo, sguardo discreto nell’appartamento privato della badessa Giovanna da Piacenza. Dopo un ambiente curato dalla mano dal pittore parmense Alessandro Araldi, si giunge nella stanza-gioiello affrescata e completata nel 1519 da Antonio Allegri detto il Correggio, ideatore di una straordinaria decorazione illusionistica a tralci vegetali in cui si aprono ingannevoli ovali con putti, completata nella parte sottostante da una serie di finte nicchie a monocromo con soggetti mitologici.

Nell’antico monastero di San Paolo, sorge anche il Castello dei Burattini, una delle più importanti raccolte italiane del teatro dei burattini, dedicato al burattinaio parmigiano Giordano Ferrari, che diede vita alla collezione con un patrimonio di 2842 pezzi tra marionette, burattini, pupi, pupazzi, 637 pezzi tra fondali e quinte, 438 copioni, una biblioteca specialistica sul teatro di figura e un archivio cartaceo.

A Parma la cultura risuona di musica. Il percorso, dunque, deve continuare al Museo dell’Opera, collocato negli spazi della Casa della Musica – Palazzo Cusani. Articolato in due sale, ripercorre l’evoluzione del teatro musicale tra XVII e XX secolo attraverso i temi, i luoghi e i protagonisti che ne hanno segnato il cammino. In un luogo che evoca grandi prime e rappresentazioni trionfali con oggetti, manifesti, fotografie, video, musiche e strumenti informatici, non può che esserci un occhio di riguardo per il maestro Giuseppe Verdi.

Per restare in tema, il quartiere dell’Oltretorrente si fregia dell’onore di includere nei propri confini convenzionali la Casa natale di Arturo Toscanini, trasformata in museo nel 1967, e che ha recentemente ricevuto il riconoscimento tra Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna. In piccole stanze dai bassi soffitti, sono custoditi cimeli, oggetti e documenti provenienti dalle varie abitazioni di un gigante del podio, protagonista di una carriera che lo ha visto conquistare i maggiori teatri del pianeta.

L’itinerario – solo uno dei tanti possibili – non può che concludersi nell’ex-chiesa di Santa Elisabetta, dove è stata allestita la Casa del Suono, dedicata alla riflessione sul nostro modo di ascoltare e intendere la musica. Il percorso museale, recentemente arricchito dalla donazione dell’esclusiva orchestra d’archi di Renato Scrollavezza, è costituito da una raccolta di strumenti di comunicazione e riproduzione sonora che vanno dal fonografo all’iPod in cui viene presentata in sei tappe al crocevia tra storia, scienza, sociologia e tecnica, per un viaggio interattivo e coinvolgente in una dimensione cruciale del contemporaneo.

 

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