mercoledì 8 Maggio 2024

“L’universo marginale”: la donna negli anni ‘50

Padernello, Brescia. Le sale del Castello accolgono la mostra “L’universo marginale”, dal 21 ottobre al 5 novembre, vede la collaborazione della Associazione Rete di Daphne, L.A.M. (Laboratorio d’Arte Marmellata), la Fondazione Enrico Nolli ONLUS e la Cooperativa Nuvola, accolta tra le mura del maniero dalla Fondazione Castello di Padernello, vuole rendere omaggio alla figura della donna scegliendo idealmente una data, gli anni ‘50 in America, particolarmente coinvolgente nella sua evoluzione per la lenta conquista dei suoi diritti di cittadinanza. Questa mostra mette in luce il parallelo dei contrasti che è servito da stimolo per suggerire la direzione dei lavori.

Da una parte, negli anni ’50, esiste in America la lotta per la difficile conquista da parte delle donne dei propri diritti civili, in quegli anni si muove un nuovo tipo di donna: la ‘donna nuova’ americana, affascinante e scandalosa, che corrisponde ai nuovi spazi che le donne hanno conquistato nell’impetuosa crescita urbana in vari campi del sociale e nel lavoro anche se con qualche difficoltà nell’ambito delle professioni. In contrasto con questo modello si impone la sempre più crescente società dei consumi di massa rappresenta la donna preferibilmente nella figura della casalinga moderna, non più schiacciata dal lavoro domestico, ma padrona di tutti i mezzi che la tecnologia e l’efficienza organizzativa mettono a sua disposizione, dagli elettrodomestici ai cibi e indumenti pronti, dalle automobili ai cosmetici, fino ai servizi per gestire la casa e i figli in modo ‘scientifico’.
È a questa donna che si rivolgono tutti coloro che sono collegati al mercato: la “regina della casa”.

È anche vero che negli anni ’50 le donne hanno iniziato un’evoluzione nei loro diritti e nella loro posizione nella società. L’uscita di casa di molte donne alla ricerca di un posto di lavoro, ha permesso loro di dimostrare capacita’ anche economica. Le lotte per una maggiore parità nei posti di lavoro, nella politica, nell’istruzione spingevano per un maggiore riconoscimento dei loro diritti, verso una fine della discriminazione di genere e per pari opportunità. Un processo lento e graduale, tant’è che è in atto ancora oggi e per nulla superato. L’immagine della “donna perfetta” nel suo ruolo di casalinga, con il marito come principale sostegno economico della famiglia, ha continuato come unica aspirazione anche nell’immaginario di molte donne. Oggi la consapevolezza della diversità nelle aspirazioni delle donne e la necessità di superare gli stereotipi di genere verso una vera conquista dei propri diritti, ci dimostra quanto lavoro ci sia ancora da fare per il raggiungimento di una vera parità.

Riflettere con e su “La donna perfetta”, film del 1950 diretto da Vincente Minnelli, che viene proposto il 5 novembre ore 20.30 al Castello di Padernello nell’ambito di questo excursus. è infine una attenta considerazione e valutazione del ruolo della donna oggi.

L’Associazione Rete di Daphne, da anni attiva nella lotta a contrasto della violenza di genere, opera anche per un cambiamento culturale radicale a partire anche dalle scuole e dalla formazione emotiva. La sfida è mantenere viva l’attenzione sul problema per dare coraggio e garantire una rete di sostegno adeguata, davvero efficace nel ridare dignità alla donna. È un problema pubblico, di ogni società del mondo, radicato in disuguaglianza di genere e relazioni di potere tra uomini e donne.

Lo stesso divario che ha caratterizzato la convivenza di queste due situazioni è stato riproposto dal L.A.M. scegliendo di entrare nelle stanze del museo del castello.
Il luogo museale propone sale storicamente arredate, distanti nel tempo, il L.AM. interagendo con gli ambienti stessi, genera un contrasto tra la severità, il rigore della ricostruzione storica grazie a una presentazione rievocativa e solida del passato e l’interpretazione che ne dà il L.A.M. con opere ispirate agli oggetti domestici degli anni ’50, opere delicate, di natura poetica, create appositamente per questo progetto artistico utilizzando materiali fragili, effimeri, che inserendosi tra i severi mobili e oggetti già presenti si distinguono per la loro soave luminosità.

Siamo tra prosa e poesia e porre un’azione sotto il segno dell’arte trasfigura i gesti in simboli che si collegano al titolo della mostra. Diviene possibile sperimentare modalità diverse di relazione, la scienza ci insegna che solo nell’interazione si scoprono le proprietà tra le cose, tra gli esseri, senza relazione vi sono solo cose inanimate e una cosa se non ha vita non esiste.

Il L.A.M. (Laboratorio d’Arte Marmellata), operante in Orzinuovi dal 2008, è un progetto d’arte relazionale permanente integrato nella Fondazione Enrico Nolli Onlus che offre sia la disponibilità dei locali che un sostegno finanziario.

Note sull'autore

Valerio Gardoni
Valerio Gardoni
Giornalista, fotoreporter, inviato, nato a Orzinuovi, Brescia, oggi vive in un cascinale in riva al fiume Oglio. Guida fluviale, istruttore e formatore di canoa, alpinista, viaggia a piedi, in bicicletta, in canoa o kayak. Ha partecipato a molte spedizioni internazionali discendendo fiumi nei cinque continenti. La fotografia è il “suo” mezzo per cogliere la misteriosa essenza della vita. Collabora con Operazione Mato Grosso, Mountain Wilderness, Emergency, AAZ Zanskar.

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