martedì 23 Aprile 2024

Immediatamente mito, a Parma

Parma – Secondo e ultimo anno del progetto “Immediatamente mito”, la serie di laboratori per adolescenti realizzata dall’associazione culturale L.O.F.T. Libera Organizzazione Forme Teatrali, con il contributo di Fondazione Pizzarotti nell’ambito del bando “Trovarsi 2020”, volta ad avviare una riflessione comune sul concetto di “mito” fra i giovanissimi.

Proprio in questi giorni si è conclusa la prima fase del progetto, quella dei laboratori in classe – incentrati sul dialogo con gli alunni/e di alcuni Istituti superiori di Parma (il Liceo Artistico Toschi, l’ISISS Pietro Giordani), nonché dei Centri Giovani cittadini (Federale, Casa nel Parco, Esprit, Montanara) e dell’ente Forma Futuro – e della raccolta di materiale da cui il drammaturgo Matteo Bacchini elaborerà la scrittura di quattro monologhi teatrali, interpretati dagli attori di L.O.F.T., che daranno voce alle idee e alle parole dei giovanissimi partecipanti.

Quattro diversi percorsi laboratoriali, quindi, per indagare il concetto di “mito immediato” e dibattere sul tema che quest’anno, rispetto alla precedente edizione, ha coinvolto ragazzi e ragazze di una fascia di età più grande.

“I partecipanti avevano almeno quattro anni in più dei ragazzi delle medie con cui abbiamo lavorato in precedenza e a questa età sono tanti” racconta Bacchini “se l’anno scorso gli allievi erano pieni di energia, esuberanti, quest’anno ci sono sembrati più guardinghi e timorosi. Sono giovani che hanno tanti pensieri ma che sono prudenti nell’esprimerli ad un estraneo”.

Il lavoro, però, non è stato più complesso da condurre perché “la difficoltà è sempre la stessa” prosegue Bacchini “quella d’invitarli a raccontare di sé, poter raccogliere così del materiale e fare poi qualcosa di positivo per loro, aprire una prospettiva sul loro futuro. Noi di L.O.F.T. pensiamo di esserci riusciti”.

Al videomaker Lorenzo Bresolin è spettato il compito di documentare questa esperienza di dibattito durante i laboratori: “ogni classe è un piccolo spaccato della società, dove c’è chi vuole parlare e chi no per tanti motivi” spiega ”non dipende solo dall’indirizzo scolastico o dalla predisposizione personale, ma dalla voglia di mettersi in gioco. Da parte mia cercherò di far emergere questo aspetto umano, emozionale, del progetto.

La struttura del docu-film si costruirà da sola, in fase di montaggio, senza una sceneggiatura pensata a priori. Vorrei che la narrazione in video restituisse un’immagine dei ragazzi di oggi attraverso ciò che dicono ma anche per ciò che esprimono nello sguardo o nella semplice gestualità”.

Tanti i temi che precipiteranno nella scrittura drammaturgica e che ruoteranno attorno all’idea di mito e alla fascinazione esercitata dai miti moderni sui giovani.

“Nell’indagine condotta insieme” spiega Bacchini “non abbiamo incontrato l’esperienza della pandemia o quella più recente della guerra, segno che gli adolescenti stanno ridimensionando queste dinamiche globali enormi rispetto alla loro esperienza di vita; è un adattamento dell’essere umano per poter guardare con speranza al futuro. Così nei racconti dei ragazzi ritroviamo i problemi di sempre, quelli congeniali alla loro età: le relazioni con i genitori, con i professori, i primi amori, le loro ambizioni, la loro capacità di misurarsi con un obiettivo di vita e con un sogno”.

La proiezione del video, che verrà presentato al pubblico a conclusione del progetto, sarà un momento per riflettere sugli adolescenti anche oltre l’idea contemporanea di mito da loro espressa.

“Speriamo” auspica Bresolin “che la visione del docu-film, una volta pronto, possa emozionare e suscitare considerazioni, pensieri, che possano aiutare ad avvicinare adulti e adolescenti. Sarà un’occasione per amplificare la voce di chi ha partecipato ai laboratori ma non solo”.

Un momento di condivisione, quindi, che si tradurrà prima in scena, nella rappresentazione dei quattro monologhi – offrendo anche una preziosa occasione per avvicinare i giovani al teatro, aiutarli a comprendere la forza dei contenuti da loro stessi forniti, renderli spettatori più consapevoli e attivi – ma anche in video “in un’esplosione di senso per i partecipanti” conclude Bacchini “che vedranno moltiplicata la loro esperienza attraverso le parole e gli sguardi di altri coetanei”

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